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L’uscita dall’infanzia avviene quando si scopre l’altro come «altro da me» e con il quale posso allacciare una relazione se io mi dono a lui che si dona a me, in un rapporto di completa fiducia.

Ricordo di aver visto una volta un disegno che descriveva la crescita relazionale. Erano tre cerchi uguali. Ogni cerchio rappresentava la persona. Sotto il primo cerchio era scritto «infanzia» e il cerchio riceveva tante frecce tutte rivolte verso il centro. Il bambino sa solo ricevere, ha bisogno di tutto e di tutti ed è felice se tutti e tutto è a sua disposizione. Il bambino sa dire «io« e «mio». Il secondo cerchio era la l’«adolescenza». Adesso tante frecce ancora erano rivolte all’interno ma alcune cominciavano dall’interno ad uscire verso gli altri. È la fase dell’amicizia. L’altro non è più a Continua a leggere

Il desiderio è il motore, la forza che spinge alla ricerca della piena realizzazione di sé. E’ necessaria però una disciplina, un’educazione del desiderio per garantirne l’orientamento. E qui entra in gioco la professionalità dell’insegnante-educatore.

Un uomo che viveva in città decise di vendere una casetta che possedeva in campagna, ereditata dai genitori. Incontrò un amico giornalista e poeta per hobby e gli chiese di aiutarlo a scrivere un annuncio da inserire sul giornale e anche su Internet.  «Voglio vendere quella bicocca che ho in campagna, quella che conosci anche tu. Mi scrivi un buon annuncio?».  Continua a leggere

Chi è di buonumore, dicono gli studi, ha molti vantaggi: vive più a lungo e meglio, fa più carriera, guadagna di più. E mette di buon umore gli altri. È dovere morale dell’insegnante coltivare il buonumore.

L’altro giorno con tutta la scuola superiore di secondo grado siamo andati in pellegrinaggio ad un santuario per iniziare l’anno scolastico. Una giornata di sole splendida. Partecipazione dei ragazzi alla grande. Mi chiedo quanto abbia influito il fatto che era una giornata piacevole e sorridente. Continua a leggere

Accettarsi è il primo passo per costruire autostima. Allora i saprà apprezzare anche negli altri non ciò che si vede, ma il buono e la fatica del vivere.

Un educatore sa sottolineare il progresso dei propri alunni anche e soprattutto quando i miglioramenti non sono … insensibili!

La famiglia si accomodò a un tavolo del ristorante. La cameriera raccolse prima le ordinazioni degli adulti e poi si rivolse al piccolo di sette anni. “Tu che cosa prendi?” gli domandò. Il bambino si guardò intorno timidamente e disse: “Vorrei un panino con la salsiccia”. La cameriera non aveva ancora iniziato a scrivere, quando la madre del piccolo la fermò. “Macché panino”, disse, “gli porti una bistecca con carote e purè di patate”. La cameriera non le fece caso e chiese al ragazzino: “Come lo vuoi il panino, col ketchup o la senape?”. “Ketchup”. “Arrivo fra un minuto”, disse la cameriera, mentre ritornava in cucina. A tavola erano tutti ammutoliti per lo stupore. Alla fine il bambino fissò i presenti a uno a uno ed esclamò: “Ehi! Lei crede che io esisto davvero!”». (Bollettino Salesiano 4-2008). Continua a leggere

Da una settimana è ripresa la scuola e anche quest’anno don Giuliano si impegna con la rubrica IL LUNEDI’ PEDAGOGICO per aiutare i genitori che desiderano confrontarsi su temi educativi o con un suo articolo o con interventi utili sullo stesso tema.
Convinti di fare cosa utile, auguriamo a tutti un buon anno scolastico!

Parlare di regole può suscitare la sensazione di repulsione. Invece parliamo di regole che aiutano i ragazzi a scandire la loro vita in modo che diventi armonica, che no sia un vivere istintivo, ma risponda a un progetto che piano piano si delinea.

«Sono una mamma come tante. Una mamma che, quasi tutte le sere, vede i figli adolescenti uscire e non sa se li vedrà tornare. Regolarmente, dopo aver detto loro: “Ciao, non fate tardi, state attenti!…”, arriva il pensiero lancinante e sconvolgente: “Torneranno?”. Sì, magari per tornare, tornano. Ma come? Quando? A che ora? Con chi sono stati? E quello che guidava l’auto in che Continua a leggere

La famiglia e la scuola sono lì per costruire insieme una «cultura dell’impegno», un modo di pensare che porta i più giovani a distinguere velocemente e intelligentemente ciò che è più importante da ciò che piace di più.

Forse abbiamo fatto l’abitudine alle notizie di cronaca di adolescenti che si tolgono la vita, a volte per motivi incomprensibili, e adolescenti che tolgono la vita a coetanei per altrettanto motivi incomprensibili o addirittura
futili ai nostri occhi di adulti. Nel maleodorante costume attuale, nello smarrimento di valori, nel disprezzo per la vita e l’esaltazione della violenza, la notizia ci trova non dico indifferenti ma siamo portati facilmente ad superarla per passare oltre, ad altre nefandezze. Continua a leggere

La scuola può essere la palestra di vita, il luogo dove non si consegnano solo nozioni, non si punta al voto, ma si fa esplorare la vita, la bellezza di salire sulla «cima» e godere il panorama neanche immaginato e respirare quell’aria che nessun tablet possiede.

Chi non conosce la storiella dell’aquilotto che si credeva un pollo? Era caduto dal nido e finito in un pollaio. E Continua a leggere

La scuola deve dare ai ragazzi la possibilità e quindi la bellezza di guadagnarsi il risultato, il prodotto finale. Restituiamo ai ragazzi i sogni e facciamoli uscire da quel dormiveglia in cui si rifugiano, magari nel mondo virtuale senza desideri e senza spina dorsale.

«L’attendere è un’arte che, il nostro tempo impaziente, ha dimenticato. Il nostro tempo vorrebbe cogliere il frutto appena il germoglio è piantato; così, gli occhi avidi, sono ingannati in Continua a leggere

Occorre imparare presto ad agire pensando prima che cosa ci spinge a fare quella e non quell’altra scelta. Comportandoci da «indipendenti», costruiamo i nostri atteggiamenti e reagiamo alla vita che ci spinge a rifiutare comportamenti non adatti, anche quando potremmo rischiare di perdere l’approvazione del gruppo.

Il giornalista Massimo Gramellini, in un suo editoriale, citava ciò che Steve Jobs diceva di sé: «Il mondo si dimenticherà di me, le mie invenzioni non mi sopravvivranno». Noi sappiamo che aveva torto a sottostimarsi. Continua a leggere

Nelle varie fasi della scolarità gli insegnanti hanno il compito di affiancare le famiglie nello sforzo immane di consegnare ai ragazzi la capacità di giudizio per aumentare la responsabilità nella scelta, renderli forti per leggere la realtà e farla prevalere su un piacere istintuale e capriccioso

Tutti abbiamo assistito, chissà quante volte, a scenette isteriche di bambini che urlano e piangono disperati, battono i pugni e si buttano per terra perché la mamma non compra loro l’ennesimo giochino che vogliono a tutti i costi. È tipico dei bambini quando non vengono accontentati nelle loro richieste. Un genitore degno di questo titolo sa come comportarsi, sa che non deve Continua a leggere