Dal principio del piacere a quello della realtà
Nelle varie fasi della scolarità gli insegnanti hanno il compito di affiancare le famiglie nello sforzo immane di consegnare ai ragazzi la capacità di giudizio per aumentare la responsabilità nella scelta, renderli forti per leggere la realtà e farla prevalere su un piacere istintuale e capriccioso
Tutti abbiamo assistito, chissà quante volte, a scenette isteriche di bambini che urlano e piangono disperati, battono i pugni e si buttano per terra perché la mamma non compra loro l’ennesimo giochino che vogliono a tutti i costi. È tipico dei bambini quando non vengono accontentati nelle loro richieste. Un genitore degno di questo titolo sa come comportarsi, sa che non deve impietosirsi perché distingue bene il «pianto da bisogno» dal «pianto da capriccio». E quindi si ferma davanti alle «pressioni» che i bimbi mettono in cantiere per raggiungere il loro obiettivo. Se cede si innesca una catena senza fine e la vita diventa un compromesso continuo dove si accondiscende alle richieste capricciose pur di ottenere una facile tranquillità. E si tramandano delle decisioni educative fondamentali per le fasi successive della vita, mentre si manda ai figli il messaggio che per ottenere qualcosa basta comportarsi in un certo modo. Ma se «pochi» elementi non si insegnano subito, poi diventerà sempre più difficile.
Voglio tutto e subito!?
A questa richiesta dei pupi è necessario contrappore un’altra domanda da parte dei genitori: «Che razza di figlio si vuole aiutare a crescere?». Soddisfacendo tutte le sue richieste …
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