MARZO: sogni in cantiere

Cari genitori,

Eccoci a marzo. Oltre alla primavera che tutti aspettiamo con grandi desideri e sogni da mettere in cantiere, ci sarà il pagellino di metà secondo quadrimestre nei due Licei (Per la Media dopo le vacanze pasquali).

È un’occasione per proiettare i voti attuali alla conclusione dell’anno scolastico che arriverà molto presto. Però guardarli bene i voti di oggi per prendere in considerazione eventuali pericoli nella valutazione finale e di conseguenza prendere provvedimenti proporzionati per non sprecare una vacanza nei ricuperi e tanto meno perdere un anno.

31 marzo PASQUA di Risurrezione. Ci stiamo preparando con il cammino quaresimale. Vorrei continuare la nostra preparazione con una riflessione che prende in considerazione l’invito del mercoledì delle ceneri “Convertiti e credi al Vangelo”. Mi piacerebbe che ci liberassimo di tutto il sovrappeso culturale che ha incastrato la fede e quindi il Vangelo, in pratiche religiose, riti, tradizioni, fioretti e quant’altro che non ci permettono di cogliere in profondità il messaggio unico e originale di Gesù che fa del comandamento dell’amore l’unico e il nuovo comandamento, un amore che si esprime nella misericordia e non rimandando a Dio fioretti e sacrifici non richiesti ma costruiti ad arte da una religione che si rifugia in alibi gratificanti per non impegnarsi in profondità nell’amore  misericordioso. Il Vangelo della terza domenica di quaresima ci mostra Gesù che entra nel tempio e caccia fuori i venditori che han fatto della religione un mercato addirittura nel tempio, luogo di preghiera. Sarebbe bello superassimo una religione fatta di immagini e santini e oggetti da baciare e puntassimo a una fede che ci faccia vincere l’indifferenza verso tutti i poveri cristi che nessuno bacia e nessuno abbraccia. Una “Chiesa in uscita”, vuole Francesco, non una Chiesa che sa di muffa da sacrestia, una “Chiesa ospedale da campo” dove si vive il messaggio del samaritano, alla lettera, sui marciapiedi delle nostre città, andando incontro alle “periferie esistenziali”.

I DISCORSI DI GESÙ

Nel “discorso della montagna” Matteo (cc. 5-7) raccoglie quelli che sono i «ma io vi dico» di Gesù rispetto all’«avete inteso che fu detto» dell’Antico Testamento. Gesù non toglie la legge ma le da «pieno compimento», cioè ne mette a fuoco l’anima, l’angolatura che la rende non solo norma da osservare ma progetto di vita che responsabilizza. È la grande rivoluzione di Gesù. La legge? Sì, certo. Ma l’uomo da amare viene prima della legge e al di sopra di tutto. La legge viene da Dio solo se è a servizio dell’uomo e mai contro l’uomo. Anche Luca (c. 6) riprende il tema nel «discorso della pianura» e si concentra su alcune affermazioni.

PERFETTI NELLA MISERICORDIA

Matteo dice (5,20): «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli». Dopo aver descritto alcuni capisaldi della giustizia conclude (5,48): «Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Luca a sua volta (6,38): «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso». E «come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro» (Lc 6,31). Perché «Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene» (Lc 6,47-48). L’ideale da raggiungere per Matteo è la perfezione di Dio, per Luca invece è la sua misericordia. Ma la conclusione è semplicissima, a prova di ateo: la novità portata da Gesù è proprio l’immagine di Dio svelata nella sua anima più profonda, quella di un «Padre misericordioso» (Lc 15) che pur di salvare il più piccolo dei figli è disposto a tutto e basta che questo figlio voglia tornare perché la porta di casa è sempre aperta e tracima di gioia e di festa. Ricordi? «Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò». E poi «Presto, portate qui il vestito più bello… Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». Più di così?!

UN CATECHISMO “SENZA PIETRE”

Si passa da una catechesi che privilegia parole come peccato, inferno, paura, divieto, osservanza anche nei minimi particolari, “fioretti”… a un messaggio fresco e liberante: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34). Solo consegnando Gesù e non formule si può aprire una strada che porta alla fede. Perché la fede è incontrare Gesù e non delle formule. La fede deve affascinare e non indottrinare. La fede non è dare dimostrazioni che Dio esiste ma che Dio si è fatto uomo e ci ha amato come solo lui poteva fare. La fede è ricordarsi che saremo giudicati sull’amore vissuto e non sui dogmi professati: «Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», ma colui che fa la volontà del Padre mio» (Mt 7,21). «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Raccontiamo l’incontro con l’adultera quando tutti erano con le pietre in mano pronti a fare giustizia, vittime di una legge miope e discriminante, e di come Gesù con le mani libere ridà dignità a quella donna. Nessuno è autorizzato a credersi migliore di lui e arroccarsi dietro leggi da imporre agli altri con minacce varie: «Guai anche a voi…, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!» (Lc 11,45). Piuttosto: «Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio perché anche voi facciate come io ho fatto a voi» (Gv 13,13-15).