L’ARTE DI EDUCARE: 10. Salviamo la scrittura a mano
Anche le ‘letterine di Natale’ sono un pezzo della nostra storia.
Proprio in questi giorni i giornali ci fanno sapere che i quadernetti sui quali le nonne tenevano in ordine i conti del bilancio familiare sono raccolti e portati nei musei.
(Pino Pellegrino, Bollettino Salesiano)
Lo direste un problema di poco o nessun conto, in realtà è una questione di tutto rispetto.
Parliamo del pericolo che sta correndo la scrittura manuale così prepotentemente insidiata dalla scrittura digitale.
Scopriamo subito da che parte ci collochiamo: perdere la scrittura a mano è smarrire un valido fattore di crescita umana. Per questo vogliamo salvarla a voce alta!
Non già per una battaglia di retroguardia, ma per nostra legittima difesa.
Le ricerche scientifiche condotte in America (proprio nella società più pragmatica e tecnologicamente avanzata) non lasciano dubbi: chi scrive a mano, elabora pensieri più profondi, e li memorizza con maggior sicurezza.
Prendere gli appunti a mano (sono sempre le ricerche che lo provano) significa imparare meglio rispetto allo scrivere sulla tastiera del computer. Insomma, la scrittura a mano fa bene al cervello.
Non basta.
La scrittura manuale, grazie a quel minimo di originalità che è tipica di ognuno, ci salva dalla monotonia dei caratteri grafici dei vari cellulari, smartphone e tablet che, rigorosamente tutti precisi e piatti, sono come la pastasciutta in bianco: ha lo stesso sapore dappertutto.
Il linguaggio dell’anima
Un’ultima ragione a difesa della scrittura manuale: la scrittura fatta a mano dà sfogo alle emozioni e le fa parlare. È il linguaggio dell’anima.
Una prova lampante sono le letterine di Natale che il lettore può gustare in queste pagine.
Ogni letterina è una carezza.
Un piccolo fuoco acceso che anche oggi, a distanza di decine di anni, continua a riscaldarci.
Sì, senza letterine di Natale, la terra avrebbe freddo.
Le poche lettere che pubblichiamo dimostrano quanto fosse più ricca non solo la capacità espressiva, ma soprattutto la geografia interiore dell’infanzia di ieri. Perderle, sarebbe un pesante danno umanitario.
Anche le ‘letterine di Natale’ sono un pezzo della nostra storia. Proprio in questi giorni i giornali ci fanno sapere che i quadernetti sui quali le nonne tenevano in ordine i conti del bilancio familiare sono raccolti e portati nei musei. Come reperti da proteggere.
Mai come oggi, abbiamo bisogno delle “lettere di Natale”.
Ci sono indispensabili perché la terra non diventi un’Alaska planetaria, un pianeta in cui vi sono più orsi che uomini.
LA FESTA DELLE PENNE
Ogni anno, il 23 Gennaio, negli Stati Uniti si celebra la “Giornata nazionale della scrittura a mano”, detta anche “Giornata della Festa della penne”, per valorizzare lo stile unico di ogni persona nello scrivere con una penna o una matita.
Iniziativa intelligente, prima ancora che curiosa!
UNA RICADUTA OPERATIVA
Possiamo trovare una ricaduta concreta dopo tante parole sul valore della scrittura a mano?
Sì, la possiamo trovare e senza nessuna difficoltà.
Ecco: inviare, di tanto in tanto, ad un amico uno scritto tutto targato di propria mano.
No, non per far sapere alla postina che esistono ancora i precolombiani, ma per ricordare che ancora vi sono uomini che desiderano proteggere la propria umanità con ogni mezzo, anche con la scrittura prodotta dalla loro mano e non dalle varie tastiere.