Dal «figlio-idolatrato» al «figlio-imparato»
Prosegue la riflessione su alcuni itinerari educativi per aiutare i ragazzi a passare da situazioni istintive o imposte da un certo tipo di educazione ad atteggiamenti maturati in un ambiente educativo preoccupato della loro persona.
Inizia un altro anno. Continuiamo la riflessione su alcuni itinerari educativi per aiutare i ragazzi a transitare da situazioni istintive o imposte da un certo tipo di educazione ad atteggiamenti riflessi maturati in un ambiente educativo preoccupato della loro persona alla quale offrire progetti di vita capaci di soddisfare i bisogni profondi dell’uomo e gestibili nella convivenza con i propri simili in un mondo dove le differenze impongono grande capacità di calarsi nella situazione e viverla con intelligenza. Alcuni possibili titoli. «Dall’educatore-amico all’educatore-maestro; da ciò che è solo differente a ciò che è sbagliato; dalla felicità-diritto alla felicità-dovere; dal credere al seguire; dal ragazzo-problema al ragazzo-risorsa; dal superamento del disagio alla valorizzazione dei talenti; dall’educatore-mestiere all’educatore-vocazione; dai desideri autocentrati ai desideri di leadership; dalla noia del richiedere alla gioia del condividere…».
Nel nome del figlio
«Durante il secondo tempo di una partita del campionato “Giovanissimi”, il padre di uno dei ragazzini in campo scavalca la rete di recinzione e prende a ceffoni l’arbitro diciassettenne, mandandolo all’ospedale. Non è questa la notizia, anzi, fino a qui saremmo nella tragica normalità. Quella dei genitori che considerano i figli un prolungamento del proprio ego e si ergono a difensori del buon nome della casata contro qualunque autorità costituita – insegnante, vigile, arbitro – osi lederne il prestigio con decisioni inopinate: un votaccio, una multa, un rigore non dato. Ma stavolta affiora una variabile imprevista: …
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