Dalla stabilità del porto al rischio del mare aperto
Aiutiamo i nostri alunni, fin da piccoli, a crescere sottolineando alcuni itinerari educativi che possono facilitare il cammino e, gradino dopo gradino, continuare l’arrampicata verso la vetta. Grande è la responsabilità della scuola, perché far diventare grandi esige far imparare a rischiare presto.
Inizia un altro anno scolastico.
La «macchina educativa» si rimette in modo. Altri soggetti affidati alla nostra attenzione per costruire una relazione che li aiuti a crescere. La fatica di crescere sostenuta dalla fatica di far crescere. Che soddisfazioni perònquando, con grande sorpresa di noi adulti, i ragazzi sbocciano e fanno e dicono cose che forse mai ci saremmo aspettati. Aiutiamoli a crescere sottolineando alcuni itinerari educativi che possono facilitare il cammino e, gradino dopo gradino, continuare l’arrampicata verso la vetta. Il primo itinerario invita a lasciare il «porto» per avventurarsi nel
«mare aperto».
Rischiare di diventare adulto
Più volte abbiamo citato l’adagio che «nessuno dà ciò che non ha». E qui ritorna «a fagiolo» perché nessuno può aiutare un altro a diventare adulto se lui non ha percorso il cammino verso l’adultità rinunciando a perseguire l’obiettivo dell’eterna giovinezza. Un libro di Armando Matteo, L’adulto che ci manca, edito da Cittadella, descrive proprio l’incredibile situazione per la quale nella società contemporanea i giovani si sentono orfani degli adulti e gli adulti si sono votati a condurre un’esistenza per la quale la massima ambizione è sembrare giovani il più a lungo
possibile. Il famoso sociologo Zygmunt Bauman fa risalire il tutto alla generazione degli anni 1946-1964, «che in pochi anni è passata dall’avere nulla all’avere tutto, …
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