Coronavirus. La Presidenza Cei: chiusura delle chiese

Fonte: Avvenire, di Francesco Ognibene, giovedì 12 marzo 2020

E’ per senso di responsabilità e di appartenenza alla famiglia umana che la Chiesa italiana indica una scelta che ora si può rendere necessaria.

Una scelta quantomai sofferta, dettata da senso di responsabilità e di umanità. E’ lo spirito della nota con la quale la Presidenza della Cei spiega un passo sinora impensato eppure ormai necessario e, anzi, consigliato.

Di quello stesso senso di responsabilità e del dovere di compiere gesti educativi sul piano dei comportamenti personali, che sinora avevano motivato la già difficilissima decisione di sospendere tutte le Messe con partecipazione di popolo nell’intero Paese, ora – scrive la Presidenza Cei – «può essere espressione la decisione di chiudere le chiese», con la scelta ultima affidata alla sensibilità e alla prudenza di ogni vescovo diocesano, responsabile del proprio popolo. Non una direttiva, dunque, ma un’indicazione nella quale, tuttavia, si coglie l’orientamento della Presidenza Cei, che non può non prendere atto delle ultime decisioni notificate dal presidente del Consiglio mercoledì sera.

Questa nuova decisione viene assunta – spiega la nota – «non perché lo Stato ce lo imponga, ma per un senso di appartenenza alla famiglia umana, esposta a un virus di cui ancora non conosciamo la natura né la propagazione». «I sacerdoti – prosegue il comunicato – celebrano quotidianamente per il Popolo, vivono l’adorazione eucaristica con un maggior supplemento di tempo e di preghiera. Nel rispetto delle norme sanitarie, si fanno prossimi ai fratelli e alle sorelle, specialmente i più bisognosi. Da monasteri e comunità religiose sappiamo di poter contare su un’orazione continua per il Paese». La Chiesa italiana sente dunque il dovere di spiegare che condivide le «limitazioni a cui ogni cittadino è sottoposto. A ciascuno, in particolare – insiste la nota Cei, pesando le parole – viene chiesto di avere la massima attenzione, perché un’eventuale sua imprudenza nell’osservare le misure sanitarie potrebbe danneggiare altre persone».

Con questa nuova comunicazione – riassunta nel significativo titolo «Una Chiesa di terra e di cielo» – la Conferenza episcopale italiana mostra di essere pienamente consapevole della «situazione gravissima sul piano sanitario» come anche «su quello economico, con conseguenze enormi per le famiglie dell’intero Paese, a maggior ragione…

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