Insegnare ad ascoltare e a leggere. L’esperienza di “Narralibri”
Ascoltare, leggere: due attività all’apparenza naturali, spontanee, “elementari”. Ma chi bazzica nella scuola sa quanto siano, all’opposto, abilità sofisticate. Molti credono di ascoltare. E, vi assicuro, conosco manager di importanti multinazionali milanesi che mi parlano di ingegneri che non sono in grado di leggere e capire un romanzo. Questo, peraltro, sarebbe già un’argomentazione formidabile per dimostrare l’importanza degli studi umanistici, ma di questo, magari, se ne parlerà in altra occasione.
Dunque, imparare ad ascoltare e a leggere, ovvero capire, è un obiettivo di vita permanente. Anche qualora credessimo di aver raggiunto il traguardo, sarebbe opportuno rimettersi in discussione. È un principio intrinseco all’ascolto, del resto.
In questi giorni le seconde medie stanno portando avanti l’attività denominata “Narralibri”, in collaborazione con Alice Salvoldi, artista esperta in storytelling. L’esperienza proposta è apparentemente semplice: i ragazzi ascoltano la narrazione di un’opera; quest’anno, nello specifico, vengono raccontate le vicende dell’Odissea. Di primo acchito, potrebbe sembrare una mera sostituzione del docente con una figura esterna, ma il rito della narrazione viene ovviamente arricchito da una preparazione specifica e da altri dettagli tecnici, per esempio, l’uso di qualche strumento, per scandire i tempi della narrazione o riattivare l’attenzione. In questo modo l’esperienza diventa suggestiva e memorabile.
Una parte dell’attività prevede anche la prova di lettura dei ragazzi, che sperimentano alcuni consigli già ricevuti in classe dai loro docenti di Italiano. Una buona lettura è sempre il frutto di più letture differenti, per scoprire le relazioni tra il generale e il particolare, tra il senso d’insieme (il tema essenziale) e i dettagli (ogni singolo argomento e ogni scelta lessicale).
Anche i genitori potrebbero collaborare allo sviluppo di tali abilità. Oltre a entrare insieme ai figli in qualche libreria, di tanto in tanto, invece di entrare nel solito negozio di scarpe, basterebbero piccoli accorgimenti in famiglia per stimolare l’ascolto e la comprensione. Ecco un suggerimento semplice. In un dialogo su qualsiasi argomento, anche futile, e tanto più nel caso di una questione importante, rispettate i tempi, quindi non parlate mai mentre sta ancora parlando l’interlocutore. Anzi, appena uno ha terminato il suo discorso, l’altro dovrebbe attendere cinque secondi prima di intervenire. Questa piccola intercapedine di silenzio assume molti significati, come dicessimo, senza sprecare parole: “Ti ho ascoltato fino in fondo, cerco sinceramente di capirti, lascio risuonare in me ciò che hai detto, prima di risponderti medito sul mio punto di vista e cerco il modo giusto, nei toni e nelle parole, per proportelo”.
Dunque, ascoltare e leggere sono due abilità tutt’altro che scontate. Vale la pena applicarsi nel loro miglioramento per tutta la vita, senza considerarle solo una pratica scolastica.












