MAGGIO: accompagnare

Cari genitori e docenti,

domenica 30 aprile, quarta di Pasqua, abbiamo celebrato Gesù che si presenta come il Buon Pastore, con l’invito quindi, ad ognuno di noi, a lasciarci guidare da Lui, a seguirlo, per realizzare la nostra specifica e originale vocazione.

La vita è un grande dono e dentro ogni vita, nel DNA spirituale di ognuno, c’è una chiamata, un progetto, un talento e quindi un invito a seguire la chiamata e a relizzare il progetto sviluppando il talento, accettandolo, conoscendolo, accarezzandolo, potandolo quando ci porta fuori dai binari, innaffiandolo e concimandolo con lo studio, la preghiera, il confronto e l’aiuto di chi ci vuole bene e vuole il nostro bene.

Pensate quale responsabilità abbiamo come educatori nel ruolo di chi cammina a fianco di persone che stanno scoprendo i loro talenti, la loro vocazione e stanno per fare scelte di futuro molto importanti, e si stanno orientando nel labirinto della vita, con le sue molteplici strade, ricche di mistero e di suggestioni!!

Come possiamo essere di aiuto nella discrezione e nel rispetto di ognuno?

Il MESE DI MAGGIO è, nella nostra tradizione, il mese della Madonna. Lei ha cresciuto un figlio straordinario stando nell’ombra ma sempre presente nei momenti delle scelte. Pensatela a Gerusalemme quando Gesù è adolescente. Pensatela a Cana quando è adulto. Pensatela accanto agli apostoli quando sono sprofondati nella delusione della crocifissione del loro Maestro ed è lì che fa la sua parte di educatrice.

Affidiamo a lei questo mese che vorrei definire “vocazionale” e riflettiamo intorno ad alcune convinzioni da fare nostre per illuminare questo impegno educativo.

ACCOMPAGNARE. Nell’orientamento vocazionale dei ragazzi/figli il nostro è un ruolo di accompagnamento, non direttivo, non pieno di attese nostre che fanno sentire il figlio in colpa se non riesce a realizzarle, pensando quindi di deludere il genitore/educatore. Che vuol dire accompagnare? Sono andato a rileggermi alcuni passaggi del documento finale del Sinodo dei vescovi sui “Giovani, la Fede ed il Discernimento Vocazionale” (27 ottobre 2018 – n. 91-113 – si può scaricare). Riporto qualche stimolo.

ACCOMPAGNAMENTO DI GRUPPO. Leggo che essere “inseriti in gruppi, movimenti e associazioni di vario genere, in cui sperimentano l’ambiente caldo e accogliente e l’intensità di rapporti che desiderano… è di particolare importanza… perché offre ai giovani il terreno per proseguire la maturazione della propria vocazione umano/cristiana. In questi ambienti va incoraggiata la presenza di adulti/pastori, così da garantire un accompagnamento adeguato. In questi gruppi educatori e animatori rappresentano un punto di riferimento in termini di accompagnamento, mentre i rapporti di amicizia che si sviluppano al loro interno costituiscono il terreno per un accompagnamento tra pari”.

ACCOMPAGNATORI DI QUALITÀ. Qualche spunto: “Il buon accompagnatore è una persona equilibrata, di ascolto, di fede e di preghiera, che si è misurata con le proprie debolezze e fragilità. Per questo sa essere accogliente verso i giovani che accompagna, senza moralismi e senza false indulgenze. Quando è necessario sa offrire anche la parola della correzione fraterna.

La consapevolezza che accompagnare è una missione che richiede un profondo radicamento nella vita spirituale lo aiuterà a mantenersi libero nei confronti dei giovani che accompagna: rispetterà l’esito del loro percorso, sostenendoli con la preghiera e gioendo dei frutti che lo Spirito produce in coloro che gli aprono il cuore, senza cercare di imporre la propria volontà e le proprie preferenze. Ugualmente sarà capace di mettersi al servizio, anziché occupare il centro della scena e assumere atteggiamenti possessivi e manipolatori che creano dipendenza e non libertà nelle persone. Questo profondo rispetto sarà anche la migliore garanzia contro i rischi di plagio e di abusi di ogni genere”.

Aggiungo personalmente alcune attenzioni utili.

DISCERNERE. “L’accompagnamento vocazionale è dimensione fondamentale di un processo di discernimento da parte della persona che è chiamata a scegliere”. Non ci sarà discernimento senza la capacità di porsi domande giuste per poter passare, attraverso piccole conquiste, ad altre domande sempre più centrate man mano che si conosce se stessi per conoscere la propria strada. Accompagnare è far uscire queste domande che spesso sono nascoste dietro paure o precomprensioni legate alla famiglia, alla cultura, al gruppo dei pari.

FORMARE. Accompagnare è puntare a una formazione integrale dove quella professionale non può prescindere da quella umana. Crescere in umanità è il denominatore, la roccia su cui costruire il numeratore, la professione, altrimenti si costruisce sulla sabbia e basta un po’ d’acqua per far crollare tutto, mandando in crisi i propri sogni se sono senza fondamento e impregnati di narcisismo. Il “principio di autorealizzazione” può portare a un ripiegamento sul proprio “io” facendo perdere di vista Dio, gli altri, la fatica di costruirsi, senza imparare ad attendere ma volendo “tutto e subito”. La formazione umana va a braccetto con la formazione della coscienza, che è attrezzarsi per discernere il bene dal male, per scegliere i Valori di Qualcuno che ti ama piuttosto che quelli dell’influencer di turno o di chi vuol renderti tutto facile, preoccupato di mettersi spesso e volentieri al tuo posto. Avere coscienza vuole dire maturare progressivamente salde convinzioni che diventano un “abito” con il quale saper elaborare le scelte che incontriamo a ogni bivio della nostra vita.

INCONTRARE. San Domenico Savio ragazzino incontra don Bosco (che intuisce di avere davanti una buona stoffa), e gli chiede di portarlo a Torino per fare il sarto e con quella stoffa elaborare un bell’“abito” per il Signore. Per chi ha fede è importante accompagnare facendo incontrare Gesù. Non solo le formule del catechismo o i riti della iniziazione ma la persona, l’Uomo, il suo vissuto, il suo messaggio di amare Dio amando il prossimo, di mettere al centro l’uomo piuttosto che una legge, un precetto o qualcosa che può diventare un alibi per non arrivare a testimoniare con la vita che si è cristiani, cioè pensare e vivere come Cristo ha pensato e vissuto. La Risurrezione è il marchio che ci definisce cristiani perché non permettiamo a nessuna morte di togliere a noi e agli altri la festa della vita, anche quando tutto sembra giocarci contro.

IN CONCLUSIONE. Dicevamo della Madonna, l’Ausiliatrice. Lei è una che ci accompagna e non ci fa mancare il “vino buono” della vita. La festeggeremo come segue.

     Il 23 maggio ci sarà la veglia alla basilica di Torino: per chi desiderasse partecipare andando in pullman occorre iscriversi entro il 16 maggio nella sacrestia della nostra chiesa ove potrete ricevere le indicazioni necessarie.

      Il 24 maggio, nella nostra chiesa, alle ore 20.00 celebreremo la Santa messa e poi seguirà la processione verso la chiesa parrocchiale di Borgomanero con i ragazzi di quinta che porteranno la statua accompagnati dalle ragazze con le torce. Sarà una festa della scuola. Sarà un grazie per questo anno vissuto in pienezza, dopo le chiusure degli anni precedenti.