L’impatto del voto nei rapporti scuola-famiglia oggi

Cari genitori, docenti, ragazze/i, ieri si è concluso l’anno scolastico e cominciano i giorni delle valutazioni e degli esami. Il voto e le ammissioni vanno vissuti ricordando il senso di ciò (soprattutto nella Scuola di don Bosco), come indicatore di una tappa di un percorso didattico ed educativo, non invece come oggetto di conflitto e tensione tra docenti e genitori, alimentando dinamiche di pressione, giudizio e confronto.

A fine anno scolastico, la novità è che alla Primaria la valutazione con i quattro “gradini” (avanzato, intermedio, base e in via di prima acquisizione) viene sostituita da giudizi sintetici, mentre alla Media – anche per la condotta – questi saranno sostituiti da voti. Ricerca di maggior chiarezza, trasparenza e comprensibilità può migliorare sia il sistema di valutazione, sia l’efficacia nei rapporti con la famiglia. O forse è un ritorno al passato, che non affronta ancora il fatto che il voto scolastico oggi ha assunto un ruolo ambivalente nei rapporti con la famiglia. Da un lato, continua a essere un indicatore simbolico forte della prestazione degli studenti e del “valore” educativo percepito. Dall’altro, si è trasformato spesso in oggetto di conflitto e tensione tra docenti e genitori, alimentando dinamiche di pressione, giudizio e confronto. L’esposizione pubblica dei risultati rischia di diventare una dimensione di valore o vergogna sociale, rischiando di alimentare i malesseri e le fragilità di una generazione in termini di autostima.

In diversi contesti, si osserva una crescente esigenza di superare la mera valutazione numerica, riscoprendo il significato formativo della valutazione stessa come parte del percorso educativo. I numeri sono semplici indicatori su comportamenti e prove eseguite durante un percorso temporale, non certo corrispondono al valore della persona. Un voto non deve mai essere scambiato per un giudizio sulla persona (addirittura pubblico!), ma il frutto di una condivisione di un percorso di crescita nell’età evolutiva di bambine/i e ragazze/i.

Così, nelle scuole di don Bosco, la valutazione diventa parte integrante del progetto educativo di formazione integrale della persona. La valutazione non è mai fine a sé stessa, ma è collegata al cammino di crescita dell’allievo e della comunità educante. La valutazione prevede forme di riconoscimento e apprezzamento (esaminare attentamente e vagliare per attribuire valore) sempre all’interno di una relazione educativa e di apprendimento, orientata al bene di ragazze/i e mai punitiva. Obiettivo è la valorizzazione delle potenzialità positive di ognuno/a, un riconoscimento “pubblico” delle competenze (si pensi alla Media il Musical, il lavoro sul “mangiare al buio” o il teatro ai Licei o la Fiera del Giusto). Per questo, ritenendo che l’apprendimento sia anche un fatto collettivo, di classe, (oltre che individuale), è formativo progettare che vi sia sempre una restituzione pubblica degli apprendimenti. Con una “creatività fedele al carisma di don Bosco” ogni gruppo classe può organizzare un evento formativo, una pubblicazione, un “capolavoro” ottenuto grazie alle competenze acquisite. In questo quadro, la “valutazione” è implicita nel rapporto educativo continuo e personale tra educatore e giovane, dove l’educatore conosce profondamente ciascun ragazzo e lo guida nella sua crescita. Il Sistema Preventivo di don Bosco promuove relazioni familiari tra scuola e genitori: la famiglia è coinvolta nei processi educativi, anche nella valutazione, non come giudizio esterno, ma come corresponsabilità nel cammino formativo del figlio/a. Per questo non deve diventare causa di conflitto scuola genitori o essere vissuto come elemento di comparazione tra pari.

Il voto, nella visione di don Bosco, non è mai un fine, ma uno strumento. Non serve per etichettare, ma per accompagnare. La vera valutazione è quella che riconosce i progressi personali, le fatiche e le conquiste interiori. Don Bosco lo avrebbe detto così: “Non basta amare i giovani, bisogna che essi si accorgano di essere amati” – anche nella valutazione. 

Giovanni Campagnoli

Direttore

STampa Diocesana Novarese, 14 giugno 2025