L’attualità del liceo Classico
Il Classico rimane ancora il liceo che forma persone che si laureano con i voti più alti (anche in discipline scientifiche e eco/giuridiche) e nel minor tempo.
Da sempre il Liceo Classico permette di apprendere un modello che porta ad una forma mentis, che oggi è apprezzata e ricercata anche dalle aziende più innovative perché orientato a risolvere i problemi in modo logico. Ma al Classico si imparano (e bene) le lingue antiche e l’Italiano: va ricordato ad esempio che in USA, nell’assunzione di laureati, l’appartenenza linguistica all’Italiano a livello materno è considerata un valore aggiunto, per via di un modus cogitandi mutuato da un modello linguistico unico. Negli USA è un vantaggio competitivo, noi invece rischiamo di indebolirlo per troppa enfasi sui linguaggi pratici, che invece si possono sempre apprendere, come dimostrano i risultati di cui si è detto all’inizio. Sviluppare una “forma mentis” significa coltivare uno stato mentale analitico ed elastico al tempo stesso, base necessaria ad ogni esercizio professionale. Nella grammatica latina e greca ogni parola ha un preciso posto nella frase, ma al tempo stesso può essere tradotta in almeno tre modi diversi. Per questo si parla di versione e non di traduzione. Come uno studente davanti a un testo antico, così oggi un neolavoratore deve sapersi adattare a nuove culture e nuovi linguaggi: giuridici, economici, tecnologici. Deve avere open mindness. Crescere tra Omero e Dante è ancora il miglior allenamento per padroneggiare l’arte del Keynote (PowerPoint per Mac). Grandi contenuti e brillanti idee rischiano di perdersi se non sono ben presentati. Ora si chiama storytelling, ma è la nostra ars oratoria, sono le “narrazioni”. Stessa cosa per il “design thinking”: si mette al centro la persona (desideri/ passioni/bisogni) prima dei prodotti. Innovazione tecnologica e neo umanesimo si fondono: scoprire la contemporaneità dell’uomo vitruviano di Leonardo è fondamentale.
Ed il nostro Liceo Classico? La scorsa settimana sono usciti i risultati della Fondazione Agnelli (Eduscopio) e noi continuiamo a verificare che la scelta di valorizzare ed accompagnare ragazze/i (e non selezionare…) sia quella giusta: da noi l’88% di chi si iscrive al Primo anno, si diploma in regola (le medie territoriali oscillano tra il 64% ed il 74%). Su una classe da 18 chi cambia percorso o si attarda sono proprio numeri minimi. Ma da questi dati emergono anche due altre cose: il voto medio conseguito alla Maturità da parte dei ragazzi che poi non scelgono di iscriversi alle Università italiane è superiore a quello degli immatricolati (86,5 vs 85,7). Ciò segnala che il nostro Classico prepara anche ad un contesto internazionale ed in effetti è così: molti diplomati con voti alti scelgono studi all’estero, grazie ad una preparazione linguistica importante (al don Bosco con il “dual diploma” si consegue il diploma anche americano). Infine si vede come i neodiplomati scelgano non solo facoltà umanistiche, ma quasi l’80% scientifiche / tecniche, giuridico economiche. Per chi vuole approfondire, può venire a vedere come si lavora, iscrivendosi qui ad un Open School.