Don Bosco Borgomanero

la prof.ssa Serena Borgna racconta la bellezza del Liceo Classico

Oggi Open day con l’obiettivo di fare scoprire a studenti e famiglie che, se c’è un indirizzo di studi con gli occhi ben puntati sul presente e la capacità di stimolare il senso critico degli studenti, questo è nella scuola dove si studiano Cicerone, Catullo e Tucidide.

Testimonial dell’incontro Serena Borgna, nipote di Eugenio, lo psichiatra da poco scomparso, docente di Latino e Greco al Don Bosco, che ha abolito le distanze tra la classicità e la contemporaneità e così riesce a coinvolgere immediatamente gli alunni. «Uno dei modi per fare appassionare gli studenti è quello di far capire loro, con esempi concreti, quanto i classici siano di un’attualità incredibile. Per questo non mi limito a fare studiare il pensiero di Cicerone ma ad esempio ho chiesto agli alunni chi avrebbe votato Cicerone tra Trump e Kamala Harris alle ultime elezioni americane, motivando ovviamente la scelta. Ai ragazzi di prima liceo faccio avvicinare il greco antico con qualche pagina di Harry Potter scritta nel greco di 25 secoli fa, e loro si divertono. Così come mi diverto a mia volta leggendo loro, senza rivelare l’autore, qualche passo di Tucidide e Senofonte che raccontano le guerre di più di duemila anni fa come se stessero parlando del fronte ucraino: gli studenti sono convinti che abbia appena citato un saggista di oggi, poi scoprono che quelle righe sono state scritte tanti secoli fa ma hanno mantenuto intatta la loro forza di analisi e denuncia».

Latino e Greco aggiunge la prof, non sono per nulla lontani da noi e hanno ancora tanto da insegnarci. «Restano sorpresi quando spiego i motivi della congiura contro Cesare. Aveva aperto le porte del Senato ai Galli, gli extracomunitari dell’epoca, e già allora una novità del genere si faticava a digerirla. Poi, sempre la storia di Roma insegna come l’impero si sia consolidato proprio con l’apporto di tante culture». Tra una pagina di Seneca e un verso di Catullo, Serena Borgna non dimentica il consiglio dello zio Eugenio: «Raccomandava quanto sia fondamentale l’ascolto degli altri, dei giovani in particolare, sempre con il sorriso. Una lezione che non posso dimenticare».