Giornata di formazione neoassunti al Colle Don Bosco
Sabato 18 oSabato 18 ottobre 2025 si è tenuta, presso il Colle Don Bosco, una giornata di formazione per neoassunti a.s. 2025/2026, guidata da Don Enrico Lupano e Don Alberto Goia. Titolo: “Educare è prendersi cura”.
Il Colle Don Bosco è il luogo da cui ebbe origine la storia e la missione di San Giovanni Bosco, educatore, sacerdote e Santo. Un ambiente, storico, stimolante e formativo da un punto di vista professionale, personale, ma soprattutto spirituale. A partecipare sono stati, Federico Bozzato, Anno Pezzoni, Lorenza Catania, Emanuela Bozzato, di cui si riportano le riflessioni.
La giornata al Colle è stata un’occasione importante, forse ancor più per la possibilità di conoscere meglio alcuni dei miei colleghi con cui ho condiviso i momenti del viaggio. Nonostante questo, torno da questa esperienza formativa con una rinnovata sensazione di arricchimento personale e con la conferma di aver fatto una buona scelta nel mettermi a disposizione di questo progetto lavorativo. La sensazione piacevole, che avevo già condiviso con il Direttore la sera stessa, quando mi ha scritto chiedendomi “com’è andata?”, è quella di una profonda coerenza interna all’ambiente: le “teorie” presentate durante la formazione trovano riscontro concreto nelle azioni che vedo ogni giorno qui al Collegio, nell’attitudine delle persone che ci lavorano, a tutti i livelli (da me, che sono l’ultimo arrivato, fino al Direttore). Si spera, col tempo, di poterne cogliere anche gli effetti positivi nei ragazzi e nelle ragazze di cui ci prendiamo cura [Federico Bozzato, educatore].
La giornata al Colle di Don Bosco è stata arricchente sotto molti punti di vista. Mi sono sentita accolta e incoraggiata, ho potuto conoscere più profondamente la vita di Don Bosco, i suoi valori cardine e la sua visione educativa. Come neo assunta questa esperienza è stata molto preziosa perché oltre a ricevere delle indicazioni pedagogiche mi ha dato la possibilità di sperimentare, anche attraverso il gioco e la condivisione, il modello educativo di Don Bosco che è incentrato sull’ascolto, l’accoglienza e la gioia. Trovo illuminante l’insegnamento tratto dalla parabola del seminatore che ha aperto l’incontro, che lega l’educazione all’arte del seminare. Per un educatore è fondamentale ricordare che seminare è la cosa più importante e il seme prima o poi germoglierà. Questo insegnamento si lega anche al credo di Don Bosco “in ogni giovane c’è un punto accessibile al bene”, quindi come educatori non dobbiamo scoraggiarci e continuare fiduciosi nel nostro intento anche quando apparentemente non vediamo risultati. Questa giornata è stata anche l’occasione per poter trascorrere del tempo con i colleghi dandomi la possibilità di conoscerli meglio e instaurare un legame più profondo con ognuno di loro. [Emanuela Bozzato, docente]
Il mio percorso formativo e professionale è stato articolato e ricco di esperienze diverse, ma le mie scelte sono sempre state guidate da due passioni che ho ritrovato nel Collegio Don Bosco. La prima è la conoscenza, in specie per le discipline giuridiche, psicologiche e sociologiche, la seconda è la pratica della cura. La giornata di formazione neoassunti al Colle Don Bosco mi ha confermato quella che è la missione dell’insegnante: un intreccio irrinunciabile di questi due elementi: conoscenza e cura. Credo nel “sapere” come strumento di liberazione ed emancipazione, grazie al quale ogni giovane può diventare un adulto consapevole e riflessivo, ma come afferma Don Bosco afferma “l’educazione è cosa del cuore” ed è dunque attraverso la pratica della cura e l’affetto che l’insegnamento, da semplice trasmissione di informazioni, diviene vera educazione. Si è sottolineato anche come la pedagogia di Don Bosco si fondi sulla relazione, nella quale giovane ed educatore si riconoscono e, come direbbe Luigina Mortari ne Filosofia della cura, conoscono la loro forma ed il loro senso, entrambi realizzano il proprio essere. Secondo l’autrice l’essere può prendere forma e fiorire solo grazie all’altro in quanto noi “siamo enti finiti, limitati, una sostanza che prende forma nel tempo”. Per la pratica della cura, dunque è importante anche la dimensione temporale, essa necessita tempo, l’educazione è quindi anche accompagnamento. Ringrazio per questa splendida esperienza, una giornata formativa da un punto di vista umano, professionale e spirituale. Fin dal viaggio ho avuto modo di conoscere meglio alcuni dei colleghi, persone meravigliose. Non sono mancati momenti di confronto professionale, confidenze personali e commozione. Ringrazio in particolare Don Enrico Lupano, il quale ci ha accompagnati nella vita e nella storia di Don Bosco offrendoci collegamenti attuali e profondi legati ai temi della cura e dell’insegnamento. Ad incorniciare la giornata di formazione sono stati inoltre i colori autunnali della natura che circonda il Colle, in una bellissima giornata di sole che, con il suo calore, non ha scaldato solo i nostri corpi, ma anche i nostri cuori. [Anna Pezzoni, educatrice]
Sono tornata per la seconda volta al Colle Don Bosco e, ancora una volta, ne sono rimasta entusiasta. In quel luogo si respira un’aria di pace, serenità e autenticità: un’aria pulita che permette davvero di staccare dalla routine quotidiana e di riscoprire il valore delle piccole cose. È stata una giornata profondamente costruttiva, che non si è limitata alla formazione professionale, ma ha toccato corde personali e umane molto significative. Mi ha fatto riflettere sul valore del “fare del bene”, sull’importanza di aiutare gli altri e, in particolare, i ragazzi che attraversano momenti di difficoltà. Questa esperienza ha rafforzato la mia scelta di svolgere il servizio civile, mettendo la mia persona a disposizione degli altri e contribuendo, nel mio piccolo, a costruire qualcosa di buono. Trovo davvero prezioso il modo in cui lo stile salesiano riesce a intrecciare educazione, gioco e relazione, creando un ambiente accogliente e familiare. Inoltre, mi ha fatto molto piacere avere l’occasione di conoscere meglio alcuni colleghi anche al di fuori dell’ambito scolastico, dove spesso il tempo è limitato: è stato un momento di autentica condivisione e confronto. Mi sono sentita davvero “a casa”: abbiamo ricevuto un’accoglienza calorosa, fatta di sorrisi, disponibilità e attenzione sincera. Ringrazio di cuore chi ci ha accolto con così tanto affetto, rendendo questa giornata un’esperienza di crescita e di condivisione davvero speciale. [Lorenza Catania, civilista].
















