Un grande evento che unisce la passione per il calcio e l’incontro con l’umanità di chi lo pratica tutti i giorni, l’occasione unica per le giovani giocatrici del Don Bosco di una domenica a Novarello.

Domenica 3 aprile numerose alunne della scuola media “Don Bosco”, che frequentano il laboratorio di calcio femminile presso la scuola, parteciperanno alla manifestazione “Azzurre per un giorno” presso il centro sportivo di Novarello. Continua a leggere

Credevo che avessero ucciso Gesù,

e oggi l’ho visto dare un bacio a un lebbroso.

Credevo che avessero cancellato il suo nome e oggi l’ho sentito sulle labbra di un bambino.

Credevo che avessero crocefisso le sue mani pietose, e oggi l’ho visto medicare una ferita.

Credevo che avessero trafitto i suoi piedi, e oggi l’ho visto camminare sulle strade dei poveri.

Credevo che l’avessero ammazzato una seconda volta con le bombe, e oggi l’ho sentito parlare di pace.

Credevo che avessero soffocato la sua voce fraterna, e oggi l’ho sentito dire: “Perché, fratello?” a uno che picchiava.

Credevo che Gesù fosse morto nel cuore degli uomini e seppellito nella dimenticanza, ma ho capito che Gesù risorge anche oggi ogni volta che un uomo ha pietà di un altro uomo.

( L. Cammaroto)

Il 4 marzo diversi ragazzi delle scuola media sono andati a Novara per disputare le provinciali della corsa campestre

Si sono allenati a lungo per essere preparati ad affrontare la gara, allenamenti su allenamenti sempre più simili alla tipologia di competizione che si andava ad affrontare. Per qualche ragazzo grande è il terzo anno che si qualifica per la campestre, ma è sempre una grande emozione parteciparvi: uno di questi sono io. Continua a leggere

Martedì otto marzo le classi seconde e terze medie del “Don Bosco” hanno partecipato a una conferenza, in cui gli esperti della JRC (Joint Research Center) ci hanno spiegato come mantenere la sicurezza online e ci hanno parlato del cyberbullismo a partire da un video molto significativo sul fenomeno molto attuale tra le giovani generazioni.

I membri della JRC trattano la sicurezza online e in questo periodo stanno girando per le scuole per Continua a leggere

Proprio oggi, un mio alunno mi ha girato, tramite WhatsApp, la lettera di un professore della ragazzina di Pordenone che, alcuni giorni fa, ha tentato il suicidio perché stressata dal crudele mobbing da parte dei compagni di classe. L’insegnante si rivolge direttamente ai propri allievi e scrive parole, che meritano di essere meditate. Mi permetto di trascriverla letteralmente.

«Oggi una ragazza della mia città (Pordenone) ha cercato di uccidersi. Ha preso e si è buttata dal secondo piano. No, non è morta. Ma la botta che ha preso ha rischiato di prenderle la spina Continua a leggere

“Perché il mistero della salvezza, avveratosi allora, rivive ogni giorno nel sacramento dell’eucarestia, per raggiungere l’uomo di ieri e di oggi, per sempre.”

Così recita un passaggio del Programma di sala della serata che si terrà venerdì 18 Marzo a Novara presso il Convento di San Nazzaro della Costa, serata che ha per protagonista le “Ventuno scene della vita di Cristo” di Gaudenzio Ferrari, affresco sito in Varallo nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Don Silvio Barbaglia, come moderatore, ci condurrà nello svelamento della splendida opera con il contributo dello storico dell’arte Alberto Cottino e del Vescovo di Novara Monsignor Franco Giulio Brambilla; il Coro dell’Istituto Brera di Novara, diretto da Francesco Iorio, commenterà musicalmente i vari passaggi con brani di Tchajkovsky, Holst, Schubert, Bach, Vivaldi e Fauré.
Una serata “a più voci” che si presenta di grande interesse ed impatto.
L’inizio è alle ore 21.00, l’ingresso è libero.

Quanto conosciamo davvero il nostro compagno di quotidianità Google? Ecco svelati alcuni suoi “segreti”…

Google, il più grande motore di ricerca del mondo, è in grado di calcolare quantità di dati enormi di dati al secondo e ci aiuta ogni giorno a scuola con Google Drive, a casa per ricordarci che dobbiamo annaffiare le piante con Google Continua a leggere

Di marina Corradi

Quell’amore dato in cambio di niente…

Una banda di uomini armati all’assalto di una casa di riposo per vecchi e disabili condotta dalle Missionarie della Carità, le suore di Madre Teresa. Ad Aden, nello Yemen, quattro di loro sono morte, assieme ad altre dodici persone, mentre un sacerdote salesiano risulta scomparso, forse rapito. Uomini e religiose massacrati, forse, da al-Qaeda, dentro lo scenario di una guerra civile che da un anno e mezzo attanaglia il Paese, e ha già fatto 6mila morti. Nello Yemen, il Paese più povero del Medio Oriente, si scontrano indirettamente le forze poderose e nemiche di Iran e Arabia Saudita. La città di Aden è in mano al governo che si oppone ai ribelli houthi.

Un attentato terrorista dunque. Un manipolo di assassini contro la casa degli inermi: anziani, malati, handicappati accolti dalle figlie di Madre Teresa. Il lupo e l’agnello: non deve essere certo stato difficile attaccare, armi in pugno, un rifugio di indifesi. Tra gli attentati che insanguinano il mondo ogni giorno, uno dei più ripugnanti. Uccidere delle donne consacrate che si prendono cura, come di figli, degli ultimi, e il sacerdote che ne condivide l’opera. Quei vecchi e quei malati, dice un lancio della Agenzia Fides, sono salvi. La furia omicida si è scatenata proprio sulle quattro sorelle riconoscibili dal velo bianco e blu: loro l’obiettivo dell’odio, in quanto cristiane. Erano due ruandesi, una kenyota e una indiana. Figlie dei Sud del mondo che, anziché fuggirne, avevano scelto di radicarsi nel luogo della massima povertà, casa per chi non ha alcuna casa.

La strage dello Yemen, in un contesto internazionale in cui il fiato dei jihadisti del Daesh e di al-Qaeda incalza tutti, in Occidente come nel Terzo mondo, sembra icona di una ferocia che sconfina nel male allo stato puro. Non potevano in alcun modo costituire una minaccia, quelle piccole suore e quel prete. Non rappresentavano multinazionali straniere, o potenze nemiche, non rappresentavano niente altro che il volto e le mani di Cristo, portato, attraverso il loro volto e le loro mani, nel cuore della miseria. Misericordia e compassione portate non per vaga filantropia, ma – come ricordava sempre Madre Teresa – riconoscendo Cristo in persona, in ciascuno degli “scartati” dal mondo. Di modo che ciò che è accaduto ieri in Yemen è un vertice di male gratuito, dietro a cui si avverte un’ombra oscura innominabile, che tracima e trabocca nelle violenze del terrorismo islamico. Il lupo e l’agnello, la ferocia sull’innocente inerme, una volta ancora. Sapevano certo, quelle suore, quel prete, quali rischi comportava rimanere in un Paese dilaniato da una guerra civile.

Sapevano quanto odio stava come sbucando dal sottosuolo, fra le strade dello Yemen. Non hanno pensato ad andarsene. Non sarebbero state capaci di abbandonare quei loro vecchi, quei fratelli malati, di chiudere l’ospizio lasciandoli dentro una guerra, e senza nessuno. Hanno continuato, probabilmente tra i bombardamenti e cento pericoli, a cercare di condurre la loro casa, dando da mangiare agli ospiti, curandoli, confortandoli. In una mite e tenace resistenza al male; in silenzio, con gesti quotidiani – imboccare, lavare, pregare – mentre fuori deflagrava la ferocia.

Così, quelle suore ne erano certe, avrebbe fatto la beata Madre Teresa, che sarà proclamata santa a settembre. Madre Teresa che diceva: «Il più grande dono che Dio ti può fare è darti la forza di accettare qualsiasi cosa Egli ti mandi, e la volontà di restituirgli qualsiasi cosa Egli ti chieda». Dentro a questo sguardo le quattro sorelle di Aden e il salesiano sono rimaste; e ieri mattina, come agnelli, sono andati incontro alla morte – «con la forza di accettare qualsiasi cosa Egli ti mandi».

Docilmente hanno restituito a Dio la loro vita – «restituirgli qualunque cosa Egli ti chieda». E forse, attorno, in quella città, qualcuno si fermerà un momento a considerare la strana scelta di quegli stranieri venuti lì a morire per curare creature che ‘non valgono’ niente. Perché, in cambio di cosa?

In cambio di niente. Nella assoluta gratuità di Cristo.

E rimarrà, solo in alcuni magari, tra chi ha visto ieri ad Aden il massacro, una domanda. Tanto straniero appare agli uomini l’amore illimitato e gratuito, che chi lo incontra non può non chiedersi come mai, e perché. È la fascinazione di Cristo che rimane, misteriosa e viva, sopra a qualsiasi orgia di morte. Sopra a qualsiasi ferocia che gli uomini, come schiavi, scelgano di servire.

E’ possibile educare alla fede? Ma se la fede è un dono, che cosa possiamo fare noi educatori? Innanzi tutto, per educare alla fede occorre che gli educatori abbiano fede.  Ec’è fede solo quando  si è veramente incontrato Gesù.

Quasi sempre la Pasqua la si celebra nel mese di aprile e per noi cristiani è il momento culmine dell’anno liturgico perché quel Dio che si è incarnato e si è fatto come noi viene innalzato sulla croce perché tutti abbiano la vita e Continua a leggere

Gli esiti di un’interessante ricerca in cui, probabilmente, sogneremmo che comparissero i nostri nomi…

Ogni anno Forbes elegge l’uomo più ricco del mondo. Ma se i vari “Paperon de’ Paperoni” della Storia potessero gareggiare per lo stesso titolo, chi vincerebbe? Qualche ricco imperatore del passato? Un miliardario di nascita? Un imprenditore della Silicon Valley? Il Times ha elaborato una classifica dei 10 uomini più ricchi di tutti i tempi, realizzata dopo ore di interviste con storici ed economisti. Una top 10 rigorosa – ma aperta al dibattito – basata sul concetto di influenza economica, che tenta di superare le differenze imposte da epoche, valute e standard di benessere tanto lontani. Continua a leggere