Gli Invalsi di luglio

Cari genitori, docenti, ragazze/i, anche a luglio i media parlano ancora di Scuola. Riforma e proteste dell’Esame di Stato, oltre ai risultati Invalsi i tempi più dibattuti on line.

Oggi su LaStampa, Andrea Gavosto (direttore Fondazione Agnelli) commentando i risultati nazionali degli Invalsi (le prove che misurano i livelli di apprendimento di allievi/e), segnala una preoccupante flessione estesa a tutti i gradi, materie e regioni, in quanto “non migliora chi era fragile, ma peggiora chi era più forte”. 

Interrogandosi sulle cause, Davosto imputa minor responsabilità a pandemia e diminuzione della dispersione scolastica, segnalandone altre quattro:

  • i meccanismi di selezione e retribuzione dei docenti, che allontano i miglior laureati dall’insegnamento;
  • la rigidità dei percorsi di studio, che non consente di far emergere le inclinazioni e gli interessi degli studenti;
  • soprattutto, la cronica assenza di formazione didattica del corpo insegnante, che fornisca loro strumenti più ricchi, all’altezza dei tempi e delle esigenze dei ragazzi.
  • Infine, conta anche l’antica ossessione nazionale – in alcuni momenti sopita, ma oggi tornata ben vigile – per voti, pagelle e bocciature, nella convinzione errata che sia la sanzione, anziché il dialogo, l’interesse e la motivazione a indurre i ragazzi a studiare.
Don Bosco Borgomanero

Non è questo lo spazio in cui esplicitare i risultati del don Bosco (comunque non preoccupanti rispetto anche ai soli livelli del Nord Ovest e del Piemonte), ma per sottolineare che sugli altri quattro criteri continuiamo a lavorare bene. In particolare, il quarto è il valore aggiunto del metodo di don Bosco: “Educazione, non repressione”, principio base del sistema educativo salesiano. Ed è per questo che don Bosco suggeriva agli insegnanti che solo costruendo relazioni positive con gli studenti, si ottiene tutto da loro, raccomandando esplicitamente di entrare e stare nel mondo dei giovani, di condividere i loro interessi e giochi (se moralmente sani), per guadagnarsi la loro fiducia ed accompagnarli verso il bene. “I superiori amino ciò che piace ai giovani e i giovani ameranno ciò che piace ai superiori”. (Fonte: Memorie Biografiche di Don Giovanni Bosco, Volume XVII, Capitolo III)

Questa frase è un principio chiave del Sistema Preventivo, in cui Don Bosco raccomanda agli educatori di entrare empaticamente nel mondo dei giovani, condividendo con loro interessi e attività lecite, per poi orientarli verso ciò che è buono e virtuoso.  Questo principio pedagogico è ripreso anche nella Lettera da Roma del 1884, dove Don Bosco insiste sul fatto che i giovani devono, non solo essere, ma anche sentirsi amati per potersi lasciar educare.

Sempre alta la contemporaneità del nostro Sistema educativo…

Giovanni Campagnoli, Direttore