Il Classico incontra e legge Maurizio Cucchi al Festival Internazionale di poesia civile

Alla Marazza, gli studenti hanno curato i readings ed il prof. Merlin è stato invitato dal Direttore della biblioteca Gianni Cerutti a tenere l’intervento iniziale per il premio alla carriera a Maurizio Cucchi.

Don Bosco Borgomanero

Il Festival internazionale di poesia civile di Vercelli ha fatto tappa alla Fondazione Marazza di Borgomanero dove è stato assegnato il premio alla carriera al poeta Maurizio Cucchi per la sua attività di traduttore, in particolar modo dal francese, dal direttore della Fondazione Marazza Gianni Cerutti. Una delegazione della 4^ (Fruttaldo Matteo, Ardizzoia Siliva, Picco Camilla, Ceron Emma, Oberti Naod) e  della 5^ liceo classico (Gavinelli Angelica, Aggujaro Federico, Bertona Giulia, Cerutti Ginevra, Cerutti Chiara, Monti Matilde) del Collegio Don Bosco ha partecipato all’evento, accompagnati dai docenti Borgna Serena e Aggujaro Raffaele e coordinati dal prof. Merlin Marco, poeta e critico letterario, esperto della poesia italiana degli ultimi quarant’anni. 

Maurizio Cucchi è stato prima dell’incontro intervistato da una studentessa di 5^ liceo classico in modo mirabile, come notato dal poeta stesso. 

Quindi, il prof. Merlin Marco ha ricostruito il percorso poetico e umano del poeta milanese, auspicando che la scuola si apra allo studio delle voci più recenti della lirica italiana: Cucchi è esponente di spicco della linea lombarda, attenta al valore morale della parola poetica, di cui egli stesso ha ricordato alcune figure, come Giovanni Raboni e Vittorio Sereni. Si sono alternati nella lettura Maurizio Cucchi delle sue poesie e le studentesse e gli studenti di 4^ liceo classico delle sue traduzioni da Lamartine, Prevert, Valery, Apollinaire, Brassens, cimentandosi in alcuni casi anche nell’originale in francese. Proprio questo dialogo tra generazioni ha animato l’incontro: Cucchi ha ricordato i suoi studi per otto anni presso i salesiani, mentre le ragazze e i ragazzi hanno testimoniato il loro interesse per la poesia, strumento di comunicazione spesso oggi trascurato a favore di altre vie, che però si prendono meno cura del vero mezzo di comunicazione tra gli uomini, la parola, l’unico in grado di rendere le polarità e le contraddizioni del mondo in cui viviamo. Cucchi ha appositamente ribadito che nulla non è poetizzabile, occorre però trovare la parola giusta, proprio come nell’azione di tradurre è necessario trovare una lingua poetica in grado di rispettare e rendere l’originale.

L’incontro si è poi concluso con le foto di rito e con l’apprezzamento di Maurizio Cucchi per il premio e, soprattutto, per aver visto e sentito la poesia ancora letta e amata dai giovani e nella scuola.

 Raffaele Aggujaro

Don Bosco Borgomanero