Riassumiamo alcuni consigli che don Bosco ha lasciato agli educatori per accompagnare i ragazzi in quella fase della vita così importante per la loro formazione umana e cristiana.

1. «Basta sapere che siete giovani, perché io vi ami assai».

Accoglienza incondizionata come primo impatto. Abituati ad essere rifiutati e criticati per il rumore, la leggerezza, l’ingenuità… essi sono attratti da chi li accoglie con simpatia e si mostra interessato a loro incitandoli ad essere protagonisti nella relazione.

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Incontro con professionisti e artisti del territorio per costruire il proprio futuro

La settimana passata è stata particolare per i Licei del don Bosco di Borgomanero in quanto l’orario di lezione consueto è stato sostituito da un programma fitto di corsi di recupero e di incontri di eccellenza.

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Un momento di confronto educativo tra generazioni diverse

Giovedì 16 gennaio al Collegio don Bosco ha preso il via un percorso per genitori e figli su un tema tanto importante quanto difficile: “Educarsi all’uso consapevole dei social”.

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Fonte: Avvenire, di Mimmo Muolo, lunedì 20 gennaio 2020

Il presidente dei vescovi aprendo il Consiglio permanente invita a riscoprire la centralità della Scrittura e a farsi vicini ai problemi della gente. Famiglia: ok il Fondo in vista dell’assegno unico

Cristiani. Non a parole, ma a partire dalla Parola. Quella di Dio. Il cardinale Gualtiero Bassetti, introducendo la sessione invernale del Consiglio permanente della Cei, ha ripreso una delle frasi chiave del discorso del Papa alla Curia Romana del 21 dicembre scorso, per sviluppare un ampio approfondimento sulla crisi di fede dell’Occidente.

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Apprendere può essere un gioco da ragazzi

Venerdì 17 gennaio, in occasione dell’Open Night del Collegio don Bosco di Borgomanero, si è inaugurata la prima Escape Room italiana creata da un Liceo Classico.

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di Emanuele Bonazzoli, tratto da notedipastoralegiovanile.it

Torino di allora, il mondo di oggi

Se ancora una volta ci troviamo a parlare di don Bosco e del suo metodo educativo è perché riconosciamo in questo grande uomo e santo un modello attuale che, riletto con gli occhi della contemporaneità, può stimolare nuove ricerche e interventi pedagogici. L’attualità di don Bosco, per chi lo conosce approfonditamente, ma anche per chi lo avvicina per la prima volta, è sconvolgente nel messaggio e per le risposte che questo grande pedagogista riesce a trovare alle situazioni del suo tempo, situazioni in realtà non molto dissimili da quelle della contemporaneità.

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Fonte: Avvenire, di Susanna Tamaro martedì 14 gennaio 2020

Per la scrittrice se tornassimo a guardare il cosmo con la lente dell’umiltà scopriremmo un ordine profondo che è bellezza e gratuità. Ma il nostro tempo non sa più riconoscere il mistero

Anticipiamo in questa pagina un estratto dall’intervento di Susanna Tamaro nel nuovo numero di “Vita e Pensiero”, il bimestrale culturale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in uscita giovedì prossimo. Tra gli altri contributi presenti nella rivista, l’editoriale di Vincenzo Zani sull’educazione cattolica alla luce della Popolorum progressio; la riflessione del segretario della Pontificia commissione per l’America Latina Guzmán M. Carriquiry Lecour su una auspicabile integrazione tra i paesi del Sud America; l’approfondimento di Riccardo Cristiano sul futuro per i cristiani in Siria; il dibattito tra Adriano Dell’Asta e Anna Foa sull’accostamento tra comunismo e nazismo; un intervento dello scrittore David Grossman su Israele “fortezza invece di una casa”; le considerazioni di Gigio Rancilio sugli “influencer cattolici: un identikit e un decalogo”: un panorama che presenta numeri sconfortanti dove l’unico a riscuotere attenzione è papa Francesco; “Perché l’Italia non è il Paese delle metropoli”: il declino delle città italiane visto dallo statistico Roberto Volpi.

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di Luigino BruniCittà Nuova il 31/12/2019

I giovani, le donne e gli uomini del nostro tempo, non hanno affatto smesso di cercare spiritualità e senso della vita.

«Quel viaggio in bicicletta attraverso la Francia mi ha cambiato la vita». Mi diceva un giovane collega polacco a cena durante un convegno a Cracovia. «Arrivai in quell’antico monastero in un momento di crisi. Un monaco mi raccontò che quel convento, antichissimo, aveva accolto nel Medioevo monaci benedettini fuggiti dall’Italia».

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All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva

In una classe, dopo le vacanze natalizie, il professore vuole saggiare il grado di conoscenza religiosa dei suoi alunni. Da loro un tema da svolgere dopo la festa dell’Epifania: “I tre Re Magi hanno portato a Gesù tre doni: oro, incenso e mirra. Secondo voi, quale dei tre è il dono più prezioso? E perché?”.

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Normalmente non scrivo le prediche. Parlo a braccio e qualche volta mi mordo poi la lingua per quello che mi è scappato. Ma questa volta sono rimasto soddisfatto di me (un po’ di orgoglio ecclesiastico non guasta!) e ho deciso di provare a scrivere la predica dopo che l’ho fatta. Ed ecco il mio cestino.

In questo periodo natalizio tante volte ci si ritrova in chiesa tra domeniche e feste specifiche e c’è il rischio di fare una indigestione di “Parola” come c’è il rischio di fare indigestione di cenoni e pranzi vari. E allora bisogna sfrondare un po’ e fare sintesi portandosi via l’essenziale senza sovraccaricarsi di zavorra che appesantisce la… digestione “spirituale”!

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