Una quaresima «da godere»

Parlare della quaresima con un titolo così potrebbe suonare come una bestemmia all’orecchio di un esperto di cose sacre.

Perché, da sempre, dire quaresima, nell’immaginario collettivo dei cosiddetti praticanti e non, richiama digiuno, penitenza, mortificazione, rinunciare ai dolci, niente carne al venerdì, colore viola nella liturgia con cancellazione del canto del gloria e dell’alleluja, Via Crucis e processioni con canti trascinati dietro il Cristo morto e altre pratiche tradizionali … Insomma non c’è proprio nulla da godere. O no?

Ma se pensiamo alla celebrazione del mercoledì con l’imposizione delle ceneri, quando saremo invitati a “convertirci e a credere al Vangelo”, non sarebbe il caso di godere di questa possibilità che ci viene offerta per riprenderci la vita, riempiendola di Vangelo, e convertendoci, uscendo da una semplice partecipazione più o meno vivace alla messa domenicale, e rinverdire il nostro modo di pregare, di liberarci da quanto non è consono a ciò che ci propone la Parola, e aprendoci ad opere di bene verso tanta gente che ci tende la mano, sperando di riuscire e farci scaturire un pizzico di compassione?

Riprendendo la famosa frase di Oscar Wilde “Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte delle persone esiste, questo è tutto” non ci dovrebbe far scattare un po’ di orgoglio, prendendo atto che la nostra vita spirituale spesso si trascina in una esistenza sopraffatta dagli eventi e dalla fretta e, piuttosto che vivere, ci sembra di somigliare a zompi che saltellano qua e là, ma senza una direzione che ci fa somigliare ad esseri viventi, che hanno scelto di essere padroni della loro vita, piuttosto fotocopie di un prodotto canterellato dai vari influenzer che ci tormentano quotidianamente?

Ecco allora una “quaresima da godere”. Riprenderci la nostra vita e riempirla di buono, direi riempirla di vita viva. Come? Si parla di conversione. Conversione vuol dire riorganizzare la nostra vita rimettendo le cose importanti al primo posto se, nella fretta di esistere, sono scivolate in basso nella gerarchia dei valori. E questo chiede un allenamento, in termini tecnici una “ascesi”.

“Il termine ascetismo deriva da “ascesi”, una parola che in origine significava esercizio, allenamento di un atleta per il superamento di una prova… Avviene solo quando una cosa la si ritiene importante non solo oggettivamente ma soprattutto soggettivamente e ce ne facciamo una ragione” (Wikipedia).

Non si cresce senza fatica, senza dire dei no. «Chi dice sì a tutte le cose lecite presto dirà sì anche alle cose illecite» (Cirillo di Alessandria). Non possiamo permetterci tutto e sempre, semplicemente perché è lecito, anche se non ne abbiamo bisogno. Dire di no alle cose facili e lecite rende forti per dire poi di sì alle cose che ci costano, o che non sono lecite, perché la coscienza ce le rimprovera. Ma occorre soprattutto “che una cosa la si ritenga importante non solo oggettivamente ma soprattutto soggettivamente”. Ciò che non è importante ai miei occhi non mi spinge all’impegno e a quell’orgoglio sano per riuscire.

Dice una ballata: «Prendi il tempo per riflettere: è una fonte di pace. Trova un tempo per svagarti: è il segreto della giovinezza. Scegli un tempo per leggere: è la fonte della saggezza. Prendi il tempo per amare ed essere amato: è un dono di Dio. Trova il tempo per la tenerezza: è la strada della felicità. Scegli il tempo per sorridere: è una musica per l’anima. Prendi il tempo per dare: è la porta della fraternità. Trova un tempo per lavorare: è il prezzo del successo. Scegli il tempo per essere solidale: è la chiave del cielo. Prendi il tempo per pregare: è la forza della tua debolezza».

Prenditi un tempo per coltivare la tua vita spirituale con l’ascolto costante della Parola, il digiuno di quanto ti disturba di vivere e la carità generosa verso il prossimo: ecco la quaresima da godere!

La quaresima non è un tempo per piangere, per fare penitenze, per essere tristi. Non è neanche un tempo per dire dei no, perché i no bisogna dirli anche in altri periodi dell’anno. È un momento per fare spazio a ciò che difficilmente riusciamo a goderci perché spinti da tanti altri idoletti che sgomitano. È un tempo per «svegliarsi dal sonno», per assaporare la gioia di camminare insieme al nostro Dio, per scoprire la sua presenza tenera e affettuosa. Potremo farlo solo se gli daremo il posto che si merita, per lasciarci invadere dalla sua tenerezza, senza elemosinarla troppo dalle cose e dalle persone, o scimmiottando riti e costumi imposti dalla cultura dominante. Un tempo per godersi l’effetto che fa «essere padroni di se stessi», non gregari di nessuno, né conformisti di stagione. La quaresima è respirare l’aria della Risurrezione che presto riempirà la nostra camera con il profumo della «bella notizia»: Dio è vivo! E con lui la vita sarà una festa, una festa senza fine!

Mi raccomando, non perdiamoci il gusto di goderci questa quaresima!