Quaresima un tempo favorevole
«Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire. Un tempo per uccidere e un tempo per curare, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
Un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttar via. Un tempo per tacere e un tempo per parlare…». Così leggiamo nel libro sapienziale del Qoelet (3,1-9). E così ci dice San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi nella celebrazione del mercoledì delle ceneri per iniziare la quaresima: «Poiché siamo suoi collaboratori (del Cristo) vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice in fatti: “al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso”. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza” (6,1-2).
Quaresima: dal cuore di pietra al cuore di carne.
C’è un tempo favorevole per la salvezza, ed è la quaresima. Dice ancora san Paolo: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (5,20) riprendendo l’invito del profeta Gioele: «Così dice il Signore: “Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male”» (2,12-13). La quaresima come momento favorevole per rifarsi il cuore e riempirlo della misericordia di Dio. Come prometteva Ezechiele: «Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli, vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio» (36,24-28). La quaresima è come la primavera: la natura si sveglia dal letargo dell’inverno e si esprime con i fiori e i frutti; la vita supera la morte aprendosi alla risurrezione.
Quaresima: un tempo per pregare.
La preghiera è il tempo per «fare la Verità». Pregare è molto di più che dire delle preghiere. Pregare è dialogare con Dio, è porre domande e attendere risposte per riproporre altre domande nella ricerca continua della Verità. Pregare è silenzio per riempirsi della Verità. Dice il Cardinal Martini: «L’uomo pensante accetta un orizzonte sempre mutevole. Non è colui che non si pone dei dubbi vivendo solo di certezze, bensì chi, stupito e meravigliato, si rimette ogni volta in gioco facendo della domanda del dubbio la molla vitale per una ricerca onesta”. Una preghiera della liturgia delle ore recita così: «A quanti cercano la Verità concedi, Signore, la gioia di trovarla, e il desiderio di cercarla ancora, dopo averla trovata».
Quaresima: un tempo per digiunare.
Il digiuno è il tempo per «riappropriarsi della propria vita». Digiunare è molto di più che non mangiare carne al venerdì. Digiunare è fare spazio per riempire la vita di vita. Dice Oscar Wilde: «Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte delle persone esiste. Questo è tutto». È un grande rischio limitarsi ad esistere, senza impegnarsi a vivere. Esistere è lasciarsi andare senza orizzonti da esplorare, senza mete da raggiungere. Esistere è seguire l’andazzo della massa illuminata da influenzer pronti a speculare sulla mancanza di senso critico e di obiettivi, trasformandoci tutti in fotocopie di pochi. La vita è un continuo allenamento per essere liberi di «costruire la propria casa sulla roccia» e non sulla sabbia. Cirillo di Alessandria dice: «Chi dice sì a tutte le cose lecite, presto dirà sì anche alle cose illecite». Il digiuno allora è l’allenamento che rende forti dicendo dei no per poter dire dei sì. Il digiuno è liberarsi dalle dipendenze che ci rendono schiavi, a cominciare dalle nostre idee che non sempre coincidono con il pensiero di Gesù, con le cose delle quali non possiamo fare meno, dei piccoli idoli che invadono la nostra casa, dalle tradizioni sempre ripetitive, dal non volerci impegnare perché non tocca a noi, perché noi siamo tatti così…
Quaresima: un tempo per fare l’elemosina.
Fare l’elemosina è molto di più che dare qualche monetina alla mano tesa. È l’occasione per «riconoscere ed accogliere Gesù». Ascoltiamo L’evangelista Matteo: «Venite benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e site venuti a trovarmi… In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,34-40).
Ponendoci la cenere sul capo ci hanno detto «convertiti e credi al Vangelo» e le tre piste ci aprono la mente con la preghiera che ci porta alla ricerca della Verità, con il digiuno che ci aiuta a fare spazio di tutto quello che non ci aiuta ad essere liberi di seguire Gesù, con l’elemosina che ci porta a incontrare Gesù nei più piccoli nei quali egli si identifica ed aspetta che lo riconosciamo e lo accogliamo. Così ci prepariamo alla Pasqua, alla festa della Risurrezione quando la vita sarà piena di Vita.