Lettera di Don Leonardo Mancini
Carissimi/e,
un saluto cordiale a tutti/e voi.
Siamo ormai nell’imminenza della Pasqua, nel cuore del Triduo Santo, e desidero farvi giungere i miei auguri.
Contestualmente ho pensato di cercare nel recente testo – ancora ufficioso – degli Atti varato dal CG29, alcuni passaggi che fanno riferimento esplicito alla Pasqua; e di riportarveli con un breve commento. Ecco dunque a voi quattro citazioni prese dagli Atti del CG29.
Il primo testo in cui si parla esplicitamente della Pasqua lo troviamo al n° 16, nell’Ascolto della parte intitolata “Centralità di Cristo e cura della vocazione salesiana” (appartenente al I Nucleo); eccolo: anche nel mondo frenetico di oggi e in mezzo a tante situazioni difficili in cui molti confratelli vivono la loro missione, Dio ci viene incontro, ci parla e ci offre la possibilità di unificare in Cristo la nostra vita. È ciò che sperimentiamo ogni giorno nella preghiera e nell’ascolto della Parola, che culminano nella celebrazione dell’Eucaristia. Alla nostra frammentazione dunque c’è una risposta molto chiara: entrare nella grazia che ogni giorno l’Eucaristia ci offre. Quando ci accostiamo all’altare, risentiamo interiormente le parole che Gesù ha detto nell’ultima cena: “Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi” (Lc 22,15). Nel brano in questione la Pasqua è naturalmente legata all’Eucaristia, e l’Eucaristia quotidiana alla sua capacità mistica di unificare in Cristo la nostra vita frammentata.
Nel n° 17 del testo (sempre nel I Nucleo) invece si cita il Risorto: Riconosciamo perciò che alla base della dispersione e frammentazione interiore non c’è soltanto il molto lavoro che abbiamo, ma anche – e forse soprattutto – la tendenza a viverlo in modo disordinato, contando più su noi stessi che sul Signore. Don Bosco, infatti, aveva un’attività impressionante, che si svolgeva su più fronti e richiedeva molto impegno, eppure quanti lo incontravano avevano l’impressione di trovarsi di fronte a un uomo profondamente pacificato, che irradiava la presenza di Dio. Per seguirlo in questa strada di santità, percepiamo pertanto l’esigenza di approfondire la sua esperienza spirituale. Non possiamo accontentarci di conoscere la sua storia e le sue attività, ma abbiamo bisogno di riscoprire il segreto della sua continua unione con Dio, il percorso spirituale che lo ha condotto a vivere la grazia di unità. Abbiamo bisogno di raggiungere, quasi toccare, il fuoco interiore del Da mihi animas, in cui preghiera e lavoro si unificano nella partecipazione alla carità pastorale del Risorto. Questo è essere appassionati del Signore! In questo testo il motivo della nostra frammentazione interiore è collegato al voler contare soprattutto su noi stessi; da qui la necessità di scoprire il segreto dell’unione con Dio vissuta da Don Bosco, in cui il Da mihi animas era partecipazione alla carità pastorale di Gesù Risorto.
Un terzo brano che ci interessa è preso dal n° 49; esso si trova nell’Interpretazione del capitolo intitolato “Condividere
spiritualità e missione nella CEP” (appartenente al II Nucleo). Dopo aver precisato che tra salesiani e laici non è possibile condividere spiritualità e missione senza condividere anche la formazione, si aggiunge che: naturalmente per i credenti la
formazione non è puramente lo sviluppo dei propri talenti, ma è corrispondenza all’amore di Dio che con il suo Spirito ci rende partecipi della vita del Risorto. Come ha scritto papa Francesco: «La pienezza della nostra formazione è la conformazione a Cristo […]: non si tratta di un processo mentale, astratto, ma di diventare Lui» (Desiderio desideravi 41). Proprio per questo, l’esperienza fondamentale da cui la comunità educativa pastorale – e anzitutto il nucleo animatore – attinge formazione è la celebrazione dell’Eucaristia: in essa il dono della comunione e della missione sono continuamente rinnovati e nulla può sostituirne l’efficacia. A questa radice sacramentale, si aggiunge la riflessione, lo studio, il dialogo, la condivisione su don Bosco, il carisma salesiano e l’esperienza educativa pastorale quotidianamente vissuta. C’è da formarsi dunque insieme – tra sdb e laici – in tante dimensioni, la più profonda della quali non può non essere la partecipazione alla vita del Risorto; e tale dimensione non può non trovare la sua fonte nella celebrazione dell’Eucaristia.
L’ultimo brano che vi riporto è preso dal n° 54, e si trova nell’Ascolto del capitolo dal titolo ”Educare ed evangelizzare” (anch’esso appartenente al II Nucleo); il brano recita così: Come salesiani riconosciamo che la nostra missione richiede un equilibrio costante tra l’impegno per l’educazione e la passione per l’evangelizzazione. Il trinomio di “ragione, religione e
amorevolezza” non è uno slogan, ma è una fonte ispiratrice permanente che aiuta a tenere presente la meta alta della santità giovanile e la gradualità del cammino, le risorse educative potenti dei Sacramenti e della Parola di Dio e la pedagogia del cortile e della strada che ci fa incontrare i giovani “al punto in cui si trova la loro libertà” (Cost. 38) /…/ Evangelizzare, come ci ricorda la nostra tradizione, è accompagnare lungo un cammino di fede nel Signore Risorto, offrendo itinerari. Ecco infine il ribadire che per noi l’educazione non può essere disgiunta dall’evangelizzazione; e l’evangelizzazione deve poter tradursi in cammini di fede nel Signore Risorto; in itinerari di fede che, pur non dimenticando l’esperienza della Croce, vengono fortemente illuminati dalla luce della Pasqua di Cristo.
Carissimi/e, ecco a voi queste poche ma profonde suggestioni tratte dal testo capitolare. Quando gli Atti del CG29
saranno ufficiali e pubblici allora avremo modo di approfondirli a dovere. Per ora bastino questi spunti a ricordarci
che il carisma salesiano, oggi come ieri – e forse più di ieri – , per essere compreso e vissuto in profondità ha bisogno di essere immerso e riletto nel mistero pasquale: ha bisogno della Pasqua celebrata quotidianamente nell’Eucaristia per unificare la nostra vita frammentata; ha bisogno della carità pastorale di Gesù Risorto, che ci conduce all’unione con Dio vissuta da Don Bosco; ha bisogno di una formazione che ci renda – insieme, salesiani e laici – più partecipi della vita del Risorto; ha bisogno di itinerari di fede nel Signore Risorto dove educazione ed evangelizzazione si possano incontrare.
Tutti questi ingredienti contribuiscono a renderci sempre più appassionati per Gesù Cristo, il Crocifisso Risorto, e
dedicati al giovani, con la passione del Da mihi animas.
Auguri dunque. E buona immersione del carisma salesiano “dentro” il mistero pasquale.
Oltre ad augurare un buon esito all’imminente Pellegrinaggio giubilare MGS degli Adolescenti a Roma, concludo con tre notizie di famiglia: il 26 aprile verranno conferiti a Torino-Crocetta da don Stefano Martoglio i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato a diversi confratelli studenti di Teologia; il 10 maggio a Valsalice si svolgerà la Festa Ispettoriale; il 17 maggio don Mariano Licciardi riceverà l’ordinazione sacerdotale nella Basilica di S. Maria Ausiliatrice.
Partecipiamo volentieri a questi eventi con la preghiera, con l’affetto ed anche con la presenza!
Vi auguro di cuore una serena e santa Pasqua di Risurrezione
Valdocco, 18 aprile 2025
Venerdì Santo
Con grande affetto in Don Bosco
Don Leonardo Mancini