Un cammino di rinascita

Simboli e vita nella Quaresima.

Mercoledì alle 13.30 i ragazzi dei licei si sono radunati in chiesa per vivere un momento di riflessione guardando al percorso fatto in Quaresima e augurandosi una buona Pasqua. Condividiamo la riflessione fatta perchè possa diventare per tutti preparazione alla Pasqua.

Durante il tempo di Quaresima, abbiamo costruito insieme un simbolo vivo e concreto di rinascita. Ogni elemento scelto — terra, rocce, acqua, rami spogli e con germogli, fiori e uova — ha accompagnato il nostro cammino spirituale, offrendoci un segno tangibile per entrare più profondamente nel mistero della Pasqua.

La terra e la cenere – Il deserto delle origini

Abbiamo iniziato con il segno più essenziale: la terra, unita alla cenere del Mercoledì che apre il cammino quaresimale. Il Vangelo della prima domenica ci ha condotti nel deserto, là dove Gesù affronta la prova. La terra e la cenere parlano di aridità, di silenzio, di spogliazione. Ma proprio in quel luogo, apparentemente vuoto, germoglia la fiducia nel Padre. È il terreno nudo dove può nascere qualcosa di nuovo, se accettiamo di coltivarlo.

Le rocce – La fatica della salita e la luce della Trasfigurazione

Nella seconda domenica, la scena si sposta sul monte Tabor. Gesù si trasfigura davanti ai discepoli, lasciando intravedere la sua gloria. Il simbolo che ci ha accompagnato è stato la roccia: segno di stabilità e di fatica. Le rocce ricordano il peso da portare, la salita da affrontare, ma anche la bellezza che si scopre solo da un punto più alto. Per arrivare alla luce della Trasfigurazione, è necessario camminare con costanza, affrontando la salita che trasforma.

L’acqua – La pazienza che fa fiorire

Il Vangelo della terza domenica ci ha presentato la parabola del fico sterile. È una storia di attesa e di fiducia. Il contadino non taglia l’albero che non porta frutto, ma lo coltiva ancora, con pazienza e speranza. L’acqua è il simbolo che ci ha guidato: rappresenta la cura silenziosa, la perseveranza, l’amore che non si arrende. Come il fico, anche noi possiamo attraversare tempi sterili. Ma Dio continua ad irrigare la nostra terra, anche quando non vediamo ancora i frutti.

I rami spogli e i germogli – Il ritorno del figlio

Nella quarta domenica, il Vangelo del Padre misericordioso ci ha fatto contemplare il ritorno del figlio, accolto con un abbraccio. I rami spogli sono diventati simbolo della nostra fragilità, dei momenti in cui ci sentiamo vuoti o lontani. Ma accanto a quei rami, sono comparsi i primi germogli: segni di una vita che ricomincia, di una primavera che torna. Il perdono di Dio è come una linfa che raggiunge anche i rami più secchi, facendoli rifiorire.

Le uova colorate – La bellezza che nasce dalla misericordia

La quinta domenica ci ha portato davanti a una scena intensa: la donna adultera, trascinata per essere condannata, incontra invece lo sguardo di Gesù, che la rialza. Non la giudica, ma le dona una possibilità nuova. Le uova colorate sono diventate il simbolo di questa trasformazione: fragili come la nostra vita, ma capaci di custodire colori, promesse, speranze. Quando ci lasciamo toccare dalla misericordia, la nostra esistenza si riempie di luce nuova.

Il vaso – La cura che prepara la risurrezione

Nel tempo della Settimana Santa, il nostro sguardo si è posato su un ultimo simbolo: il vaso che ci era stato affidato all’inizio della Quaresima. All’apparenza fragile e insignificante, è diventato immagine di responsabilità, di cura, di attenzione. Durante le settimane, lo abbiamo custodito e accompagnato nella crescita. Ora è fiorito. E proprio in quel fiore c’è l’annuncio della Pasqua: non esiste vera risurrezione senza una cura paziente, concreta, quotidiana.

Il vaso non fiorisce da solo: ha bisogno di qualcuno che si chini, che innaffi, che attenda. Così anche la Pasqua non accade per caso, ma sboccia dove c’è amore che si prende cura, dove non si ignora la fatica dell’altro, ma si accoglie e si coltiva.

Pasqua è rinascita.

Ma non nasce dal nulla. È fioritura lenta, resa possibile da gesti umili e fedeli.

Ogni volta che scegliamo di credere ancora nel bene, di non buttare via ma di coltivare, di prenderci cura invece che giudicare, lì Dio fa rifiorire la vita.

Buona Pasqua.
Che sia una Pasqua di piccole e grandi rinascite. Perché ci siamo presi cura. E dove c’è cura… Dio fa nuova ogni cosa.