Chessidice? L’incontro con Zaccheo
26 Novembre 2025
L’incontro del maestro che riempie le strade di gente e un piccolo uomo curioso, ladro come ammette lui stesso, impuro e capo degli impuri di Gerico, un esattore delle tasse, per di più ricco.
Il che voleva dire: soldi, bustarelle, favori, furti, soprusi, scappatoie… Si direbbe un caso disperato. Eppure, Zaccheo segue una sua curiosità, un desiderio di maggior vita forse; non si piange addosso, non si arrende. Cerca una strada, trova un albero e vi sale su. Corre invece di camminare, in avanti invece di tornare indietro, sale sull’albero invece di rimanere al suo posto. Fuori dalle abitudini, ascoltando un desiderio, cambiando orizzonti, rischiando di essere giudicato da tutti. Ma proprio quando si sente in balia della folla che potrebbe scorgerlo sull’albero, si sente guardato, riconosciuto, in poche parole amato. Ha bisogno solo di questo, lui, come noi, di uno sguardo accogliente, amante, gratuito, autentico. Non lo merita, lo riceve, perché l’amore non c’entra nulla con la logica del merito: viene visto, chiamato per nome, invitato a condividere nella sua casa. Tutto diversamente da prima: visto non per essere giudicato, chiamato non per essere accusato, in casa non per essere ispezionato. Tutto per la gioia piena ed autentica di stare insieme. Tutto inizia, e continua per sempre, con un “sei amato”. Tutto diventa un “puoi amare” anche tu, qui e da qui, in avanti. (Pascual Chavez)












