Chessidice? Se qualcuno viene a me
8 Novembre 2025
“Siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: “Se qualcuno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo””.
E Luca, l’evangelista della mitezza che esprime con queste parole l’esigenza di Gesù. Dobbiamo “odiare”, ed è un comando di Gesù… Sono parole che ci sconcertano. Gesù, infatti, vuol togliere ogni illusione alla molta gente che gli va dietro. E facilmente comprensibile che quando uno dice: Non c’è altra legge che l’amore, l’amore riassume tutti i comandamenti, suscita entusiasmo, soddisfazione e anche molte illusioni, perché tutti ci riteniamo capaci di amare: se basta amare, siamo a posto! Gesù ci indica una via che non presenta nessuna difficoltà.
Ma “Gesù si voltò e disse: “Se uno viene a me… Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo””. E una esigenza fortissima, e Gesù la fa seguire da due esempi di persone che devono ben riflettere prima di impegnarsi. Se uno vuol costruire qualcosa, deve prima fare i conti e vedere se il capitale che possiede basta per arrivare a finire la costruzione; se si vuoi fare guerra, bisogna avere truppe ed armamenti sufficienti per combattere fino alla vittoria. E qual è il capitale necessario per costruire la torre, qual è l’equipaggiamento sufficiente per vincere la guerra? Gesù dice: la condizione è questa: rinunciare a tutto quello che si ha. “Chiunque di voi non rinunzia a tutti i sudi averi, non può essere mio discepolo”. Eccoci dunque presi in una specie di contraddizione fra l’amore e il distacco. Se ci pensiamo bene, Gesù non fa altro che indicarci le condizioni del vero amore. Non dobbiamo illuderci: da soli non saremo mai capaci di amare, perché l’amore è disciplina, l’amore esige un profondo distacco, un distacco completo. Spesso, quando noi crediamo di amare, amiamo il nostro interesse, non amiamo veramente né gli altri né Dio. (Pascual Chavez)












