Chessidice? Dedicazione della Basilica Lateranense

9 Novembre 2025

Non muri, ma cuori: il vero tempio di Dio

Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere […] Ma egli parlava del tempio del suo corpo Giovanni 2,19.21

Il 9 novembre la Chiesa celebra la festa della Dedicazione della Basilica Lateranense, cattedrale di Roma e madre di tutte le chiese del mondo. A prima vista può sembrare soltanto un ricordo storico, ma in realtà è una memoria dal profondo significato ecclesiale e spirituale: celebra la Chiesa stessa, edificio di pietre vive costruito sull’amore di Dio.

La Basilica del Laterano, edificata al tempo dell’imperatore Costantino e dedicata nel 324 al Santissimo Salvatore, con i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista come patroni, rappresenta la prima chiesa dell’Urbe e, simbolicamente, dell’Orbe intero. Essa è dedicata anzitutto al Salvatore, circondato dal più grande tra i profeti e dal discepolo  amato: un segno eloquente di Cristo al centro della storia della salvezza. Questa festa non è dunque la memoria di un edificio, ma la celebrazione del mistero della Chiesa come popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo. È la “Chiesa” con la maiuscola, fatta di uomini e donne redenti. Le letture liturgiche di questa domenica illuminano questo significato.

Il profeta Ezechiele (47,1-12), nella prima lettura, descrive un’acqua che scaturisce dal lato destro del tempio e ridà vita alle terre aride e al Mar Morto: simbolo della grazia che scaturisce dal costato trafitto di Cristo e che vivifica il deserto dell’umanità. Il Salmo canta: «Un fiume rallegra la città di Dio», immagine della Chiesa rallegrata dall’amore del suo Signore. San Paolo (1Corinzi 3,9-17), nella seconda lettura, ricorda che «voi siete il tempio di Dio»: non le mura, ma la comunità dei credenti è il vero  edificio di Dio. Il Vangelo di Giovanni (2,13-22) ci conduce a Gerusalemme, poco prima della Pasqua. Gesù, come ogni ebreo devoto, sale al tempio e, vedendolo trasformato in un mercato, compie un gesto profetico: scaccia venditori e cambiavalute, purificando il luogo sacro. I Giudei lo interrogano: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Gesù risponde: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere ».

L’evangelista spiega che Gesù parlava del tempio del suo corpo. Il vero tempio non è più fatto di pietre, ma di carne: è la sua umanità, nella quale Dio ha posto la sua dimora. In Cristo, Dio incontra definitivamente l’uomo. Il Figlio dell’uomo è il nuovo luogo santo, in comunicazione costante con il Padre, la vera “presenza” di Dio in mezzo al suo popolo.

Solo dopo la Pasqua, quando lo Spirito Santo aprì la mente dei discepoli alla comprensione delle Scritture, essi capirono il significato di quelle parole: Gesù è il tempio nuovo ed eterno, il luogo dell’alleanza definitiva, dove Dio e l’umanità si incontrano per sempre. Celebrare la Dedicazione del Laterano significa allora riscoprire la bellezza e la verità della Chiesa, corpo di Cristo e dimora dello Spirito. È ricordare che la fede non si fonda su un edificio di pietra, ma su una relazione viva con il Signore risorto, il tempio che non tramonta, sorgente di grazia che continua a rallegrare la città di Dio