Una bella sorpresa
Leggendo articoli allarmanti sugli scarsi interessi dei nostri ragazzi, mi trovo ad affrontare le scelte didattiche con una certa preoccupazione.
Come la maggior parte degli adulti, anche io sono sempre pronta a colpevolizzare la società odierna in quanto degrado dell’approccio alla cultura dei giovani, che reagiscono solo se bombardati dalla multimedialità. Di fronte a tale sconfortante quadretto, cerco tuttavia di impostare la mia didattica nel tentativo di suscitare qualche sussulto di emozione di fronte ad un quadro di Pollock (l’alunno solitamente reagisce con “questo lo saprei fare anche io”).
Allora mi pongo la domanda: “Cosa piace ai giovani?”. Facebook (pardonne moi, è già superato da whatsapp!), telefonini, bei vestiti? Non sono così certa che la situazione sia davvero questa!
Inizia così il mio esperimento: propongo ai ragazzi di terza media il film “Charlot”, pellicola del 1992 che racconta la storia di un incredibile artista, Charlie Chaplin, che ha dato vita a numerosi personaggi in un periodo fondamentale dal punto di vista storico.
Qualcuno sbadiglia (come non dargli torto, in alcuni punti la narrazione è un po’ lenta), ma la cosa più affascinante è che i ragazzi ridono.
RIDONO di gusto di fronte alle comiche di Charlot, alcuni cercano di trattenersi dalle sonore risate ed altri si lasciano andare guardando quell’ometto buffo con la bombetta ed un bastone che cammina dinoccolato ed inciampa nei propri piedi che, tuttavia, riesce comunque ad esprimere una delicatezza senza eguali nei suoi gesti romantici.
I nostri ragazzi si divertono di fronte al cinema muto degli anni ‘20.
Queste le mie considerazioni:
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Chaplin avrebbe immaginato che a distanza di quasi cent’anni si ridesse ancora di un suo film?
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I nostri giovani sono ancora in grado di stupirci e di stupirsi di fronte a ciò che è semplice.
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Forse oggi come non mai abbiamo bisogno di ritornare alla semplicità… i ragazzi e noi adulti. Un esempio? Papa Francesco! Con la sua umiltà ha aperto e conquistato i nostri cuori.
Ecco come commentano i ragazzi:
“sono stato colpito dalla sua capacità di commuovere e fare ridere allo stesso tempo e soprattutto senza dover usare le parole”
“stupisce che in un mondo abituato a una tecnologia avanzata i suoi film siano considerati alcuni dei migliori”
“mi è piaciuta la semplicità ma allo stesso tempo la simpatia del personaggio perché non é facile far ridere ancora oggi noi giovani”
“film così vecchi, semplici e senza suono in grado di far ridere una società abituata ai grandi effetti speciali hollywoodiani e a colpi di scena spettacolari”