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L’ARTE DI EDUCARE: 1.Seminare

Pino Pellegrino (Bollettino Salesiano)

Sono tredici le mosse che illustreremo di seguito nei prossimi lunedì.

Eccole in sintesi: 1.Seminare 2.Tifare 3.Aspettare 4.Amare 5.Parlare 6.Risplendere 7.Castigare 8.Ascoltare 9.Guardare il figlio 10.Saper dire ‘no’! 11.Far faticare 12.Fare festa 13.Lasciare un buon ricordo.

SEMINARE È LA MOSSA BASE DELL’ARTE DI EDUCARE

Educare, infatti, è una lunga pazienza: oggi si getta un seme…domani si raccoglierà.

Hanno trovato in Egitto chicchi di grano risalenti ai tempi dei faraoni; qualcuno li ha seminati: dopo pochi mesi ondeggiavano spighe ripiene di ottimo frumento!  Continua a leggere

Utili suggerimenti del santo al genitore stanco o all’insegnante frustrato

Una delle sfide più grandi quando si educa un bambino è sapere come e quando esercitare la disciplina. Cosa deve fare un genitore (o un insegnante) quando un bambino conosce i bottoni da spingere per sfidarlo al massimo e niente sembra funzionare? Continua a leggere

Di Nicola Filippone

Due esempi di educatori che hanno saputo parlare al cuore dei giovani e che hanno davvero molti punti in comune…

lI Beato padre Pino Puglisi e San Giovanni Bosco: due esempi di educatori che hanno saputo parlare al cuore dei giovani. Il 28 novembre 2015 si è tenuto un incontro con i ragazzi dell’Istituto don Bosco a Palermo per fare memoria del martire ucciso dalla mafia: il parallelo tra i due sacerdoti è emerso sia negli interventi del preside, professor Nicola Filippone, ideatore dell’iniziativa, che in quelli del giornalista Francesco Deliziosi, ex alunno e collaboratore a Brancaccio del Beato nonché autore della biografia “Pino Puglisi, il prete che fece tremare la mafia con un sorriso” (Rizzoli). Continua a leggere

Continuiamo a scavare in quella che è forse la più preziosa parabola di Cristo: la parabola del ‘Padre misericordioso’ (la si può leggere nel quindicesimo capitolo del Vangelo di san Luca).

In essa troviamo sei mosse (sei verbi) che ci fanno vedere in diretta che cosa significhi impostare l’educazione sulla misericordia.
Dopo aver presentato i primi due verbi (“Lo vide” e “Si commosse”) passiamo al terzo.

3. “Gli corse incontro”

Nel mondo orientale non era dignitoso per un anziano mettersi a correre. Eppure il padre non appena intravede il figlio, si alza e a passo veloce gli va incontro. È l’amore che gli fuoriesce e lo fa scattare. Anche questo è un punto centrale della misericordia. Continua a leggere

di Claudia Voltattorni – Corriere della sera

L’allarme di una preside inglese contro la tendenza a «spianare la strada ai figli»

Gli inglesi li chiamano «genitori spazzaneve». Perché «ripuliscono ogni cosa davanti ai loro figli in modo che nulla possa andare loro storto e possa minacciare la loro autostima». Succede a Londra, al collegio femminile di Saint Paul dove la direttrice Clarissa Farr, racconta al Times, ogni giorno si imbatte in madri e padri vittime di «ansia frenetica che fa loro rifiutare l’idea che i propri pargoli possano arrivare secondi». Il che si traduce in «bambini iperprotetti e incapaci di affrontare un fallimento». Continua a leggere

Da una settimana è ripresa la scuola e anche quest’anno don Giuliano si impegna con la rubrica IL LUNEDI’ PEDAGOGICO per aiutare i genitori che desiderano confrontarsi su temi educativi o con un suo articolo o con interventi utili sullo stesso tema.
Convinti di fare cosa utile, auguriamo a tutti un buon anno scolastico!

Parlare di regole può suscitare la sensazione di repulsione. Invece parliamo di regole che aiutano i ragazzi a scandire la loro vita in modo che diventi armonica, che no sia un vivere istintivo, ma risponda a un progetto che piano piano si delinea.

«Sono una mamma come tante. Una mamma che, quasi tutte le sere, vede i figli adolescenti uscire e non sa se li vedrà tornare. Regolarmente, dopo aver detto loro: “Ciao, non fate tardi, state attenti!…”, arriva il pensiero lancinante e sconvolgente: “Torneranno?”. Sì, magari per tornare, tornano. Ma come? Quando? A che ora? Con chi sono stati? E quello che guidava l’auto in che Continua a leggere

La classe 2a vi propone questo video, con le riflessioni di alcuni compagni.

Nel video che vi proponiamo l’attrice Paola Cortellesi interpreta un ragazzino di nome Giancarlo Catino, che subisce atti di bullismo, una forma di prevaricazione e di violenza in cui una o più persone picchiano o deridono una persona più debole. Quando il protagonista frequenta le elementari ha gli occhiali, un carattere molto estroverso e agitato; da questo momento i compagni cominciano a prenderlo in giro. Continua a leggere

Il primo sul metodo di studio, vera carenza didattica in una scuola che si è riempita di “educazioni a” qualcosa, replicando il modello della macchina che viene riempita di file, dimenticando il modo adeguato e autonomo di conoscere qualcosa, valido per tutta la vita, proprio di un essere che vive e cresce. Per questo motivo ne ho scritto la prefazione, che anticipo qui sotto.

Il secondo è una raccolta di divertenti e drammatici racconti di vita di genitori, tra i quali anche i miei che, in poche battute, tratteggiano l’origine del legame gioioso che ci unisce, nonostante le (anzi forse grazie alle) fatiche e ferite, che caratterizzano tutte le famiglie. Sono sempre più convinto che i figli e il loro modo di affrontare la vita somiglino, non alle qualità dei singoli genitori, ma alla qualità della relazione tra i genitori. Di questo libro cito due brevi passaggi: uno di mio padre e uno di mia madre.

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Giovedì 28 gennaio l’intera mattinata è stata dedicata all’incontro con esperti e al confronto su questo tema di grande attualità.

La scuola deve formare gli studenti a divenire cittadini consapevoli, informati sul mondo in cui vivono, capaci di crearsi un pensiero critico sulle grandi questioni dell’attualità, soprattutto in un mondo sempre più complesso come quello in cui viviamo. Per questa ragione, le scuole dell’Istituto “Don Bosco” riservano, da sempre, una particolare attenzione, accanto all’istruzione Continua a leggere

«C’è qualcosa dentro di te che nessuno ti può toccare né togliere, se tu non vuoi. Si chiama speranza!» (Dal film Le ali della libertà, 1994).

«Fa più rumore un albero che cade che un bosco che cresce». Sono frasi che tracimano ottimismo e speranza, insieme all’assioma conosciutissimo: «C’è più futuro che passato». Nello stesso tempo, nella cultura contemporanea e nella crisi economica con un risvolto deleterio nella ricerca di lavoro soprattutto nel mondo giovanile, sembra che la speranza faccia acqua da tutte le parti, Continua a leggere