QUARESIMA 2020: UN TEMPO DA «GODERE»

«Il termine ascetismo deriva da “ascesi”, una parola che in origine significava esercizio, allenamento di un atleta per il superamento di una prova… Avviene solo quando una cosa la si ritiene importante non solo oggettivamente ma soprattutto soggettivamente e ce ne facciamo una ragione» (Wikipedia).

Allenarsi per vincere

Non si cresce senza fatica, senza dire dei no. «Chi dice sì a tutte le cose lecite presto dirà sì anche alle cose illecite» (Cirillo di Alessandria). Non possiamo permetterci tutto e sempre, semplicemente perché è lecito, anche se non ne abbiamo bisogno. Dire di no alle cose facili e lecite rende forti per dire poi di sì alle cose che ci costano o che non sono lecite perché la coscienza ce le rimprovera. Ma occorre soprattutto «che una cosa la si ritenga importante non solo oggettivamente ma soprattutto soggettivamente». Ciò che non è importante ai miei occhi non spinge all’impegno e a quell’orgoglio sano per riuscire.

Quaresima, un tempo per…

Dice una ballata: «Prendi il tempo per riflettere: è una fonte di pace. Trova un tempo per svagarti: è il segreto della giovinezza. Scegli un tempo per leggere: è la fonte della saggezza. Prendi il tempo per amare ed essere amato: è un dono di Dio. Trova il tempo per la tenerezza: è la strada della felicità. Scegli il tempo per sorridere: è una musica per l’anima. Prendi il tempo per dare: è la porta della fraternità. Trova un tempo per lavorare: è il prezzo del successo. Scegli il tempo per essere solidale: è la chiave del cielo. Prendi il tempo per pregare: è la forza della tua debolezza».

Prenditi un tempo per coltivare la tua vita spirituale con l’ascolto costante della Parola.

Il tono spirituale mediocre

Scrive A. Bozzolo: «Quando in noi l’ascolto della Parola si indebolisce, la coscienza si an­nebbia e diventiamo spiritualmente sedentari. Inizia quel ripiegamento nella routine che rende le giornate monotone, la volontà fiacca, il tono spirituale mediocre. La libertà si rattrappisce in se stessa: spende le sue energie per fare tante cose, ma mette poco amore in ciò che fa. Ne nasce quella tristezza interiore nel servizio di Dio, quella pesantezza spirituale che i maestri di spirito chiamano accidia. San Tommaso ne descrive i sintomi. I primi due ri­chiamano il rallentamento nel servizio di Dio. Si tratta infatti della otiositas e della somnolentia che non riguardano l’attività esteriore, che può essere anche frenetica, ma l’osservanza della Parola divina.

Frenesia esteriore e inerzia spirituale

Anzi a volte proprio la frenesia esteriore del fare maschera l’inerzia spirituale, la mancanza di fecondità, il blocco nella maturazione interiore. Gli altri sintomi de­scrivono gli atteggiamenti che compensano la carenza di interiorità e si esprimono nel divagarsi dell’anima. Esso appare come dissipazione del­la mente, come irrequietezza fisica, come instabilità nei luoghi e nei propositi, come ec­cesso di parole e come attenzione inutile a ciò che è seconda­rio. Come il servo che sentendo “lontano” il ritorno del padrone ozia e si divaga. Esteriormente ap­pare affaccendato, ma in realtà il cuore dorme e l’amore si è assopito».

Una allegra quaresima?

La quaresima non è un tempo per piangere, per fare penitenze, per essere tristi. Non è neanche un tempo per dire dei no, perché i no bisogna dirli anche in altri periodi dell’anno. È un momento per fare spazio a ciò che difficilmente riusciamo a goderci perché spinti da tanti altri idoletti che sgomitano. È un tempo per «svegliarsi dal sonno», per assaporare la gioia di camminare insieme al nostro Dio, per scoprire la sua presenza tenera e affettuosa. Potremo farlo solo se gli daremo il posto che si merita per lasciarci invadere dalla sua tenerezza senza elemosinarla troppo dalle cose e dalle persone o scimmiottando riti e costumi imposti dalla cultura dominante. Un tempo per godersi l’effetto che fa «essere padroni di se stessi», non gregari di nessuno, né conformisti di stagione. La quaresima è respirare l’aria della Risurrezione che presto riempirà la nostra camera con il profumo della «bella notizia»: Dio è vivo!