Nessuno studente è perduto finché c’è un educatore che crede in lui

Questa rubrica era iniziata con un inno all’autostima e conclude questa prima parte con una sottolineatura di ciò che può distruggere o rinforzare l’autostima, l’effetto Pigmalione. Ci sono scritti importanti sull’argomento. Si possono consultare per approfondire questo atteggiamento che spesso non ci accorgiamo di avere tutti noi che abbiamo responsabilità educative

La profezia che si autoavvera, nota anche come effetto Pigmalione, è uno degli effetti psicologici più importanti da tenere in considerazione nel rapporto con i bambini.

L’effetto Pigmalione si potrebbe riassumere così: se un educatore pensa che uno studente sia meno dotato e meno capace, inconsapevolmente lo tratterà in modo diverso da come farà con uno studente che ritiene brillante e meritevole. A causa di queste differenze di comportamento, spesso molto difficili da percepire, lo studente considerato “inferiore” si convincerà di essere tale e i suoi risultati peggioreranno. Al contrario, lo studente considerato “migliore” otterrà risultati più brillanti.

Tutte le nostre azioni generano delle conseguenze, specialmente se quelle azioni agiscono su chi ci sta vicino. Così, se uno studente ben motivato può ottenere risultati sorprendenti, dovremmo prestare una particolare attenzione a non scoraggiare e a non sottovalutare nessuno.

Una tecnica valida è quella del “non ancora”: si sostituiscono le affermazioni denigratorie con uno spostamento temporale. “Non sei capace” diventerà “Non sei ancora riuscito”. In questo modo, il bambino impara a ragionare in termini incrementali e non unitari; impara ad allenarsi per raggiungere un traguardo futuro piuttosto che abbattersi per il fallimento attuale. L’effetto Pigmalione ci permette di dire a cuor sereno che nessuno studente è perduto se ha un educatore che crede in lui.