Meno male, c’è Natale!

Pino Pellegrino (Bollettino Salesiano)

Chi continua a mettere in prima pagina il nostro Natale non è un residuato storico. Ci pare d’avere le carte in regola per sostenere che il ricordo della nascita di quel Bambino conserva tutta la sua attualità. Forse mai l’umanità ha avuto così tanto bisogno del Natale quanto l’uomo digitale del 2000!

In un mondo stordito dal fracasso abbiamo bisogno di venir a sapere che le personalità d’alto fusto nascono solo nel grande silenzio che a mezzanotte avvolge tutte le cose. 

No, il baccano non ci dà mai una mano. Il rumore sfilaccia l’io, il silenzio lo compatta; il rumore è il padre della superficialità dilagante d’oggi. Il rumore è il vampiro che prosciuga le anime.

In un mondo sempre più freddo, sempre più indifferente, sempre più anaffettivo e cinico, è da saggi ripensare a quella grotta nella quale le calorie sono al minino, mentre il calore del cuore riempie tutti: un padre, una madre, persino gli animali che riscaldano il Piccolo.

In un mondo bloccato dal pessimismo, è terapeutico ricordare il messaggio di fondo del nostro Natale: l’uomo è sempre salvabile, nessuno è sbagliato del tutto.

In un’Italia nella quale vi sono più cellulari che persone; in un’Europa nella quale circolano più automobili che idee, il ricordo del primo presepio nel quale tutto è ridotto all’osso ci dà la sveglia e ci mette in guardia da quella che il noto psichiatra Giovanni Bollea chiamava la ‘sindrome dell’abbondanza‘ dalla quale bisogna guarire!

Certo, perché il benessere eccessivo non è una conquista, ma una trappola: troppo ‘benessere’ uccide ‘l’essere’!

Insomma, meno male, c’è Natale che ci ricorda l’alfabeto della nostra umanizzazione!

Gesù non è nato per dar inizio ad una nuova religione: Gesù è nato per salvare l’uomo, per farlo fiorire!

Ecco: essere esperti del Natale significa scoprire le vie essenziali per non scarabocchiare la vita.

Se è così, l’augurio più appropriato alla Festa che celebriamo nel mese di Dicembre non è già quello (sia pure piacevole e giusto!) di ‘Buon Natale!‘, ma quello di ‘Tanto Natale!‘.

Dunque, ‘Tanto Natale!‘ alle tante lettrici e ai tanti lettori del nostro Bollettino Salesiano!

LA POESIA DEL NATALE 2017

Se comandasse
Se comandasse il pastore
del presepe di cartone,
sai che legge farebbe
firmandola con il suo lungo bastone?

Voglio che non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbia lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallino”.

Sapete che cosa vi dico io
Che non comando niente?
Tutte queste cose belle
accadranno facilmente.

Se ci diamo la mano,
i miracoli si faranno
e il giorno di Natale
durerà tutto l’anno.
(Gianni Rodari)

LA STORIA DEL NATALE 2017

La pecora nera alla grotta di Gesù Bambino

C’era una volta una pecora diversa da tutte le altre.

Le pecore, si sa, sono bianche; lei, invece era nera. Nera come il carbone.

Quando passava per i campi, tutti la indicavano con il dito e sorridevano di compassione: “Guarda la pecora nera! Che animale originale! Farebbe bene a non uscire mai dalla stalla!”.

Anche le compagne pecore le gridavano dietro: “Pecora sbagliata, non sai che le pecore devono essere tutte uguali, tutte avvolte di lana bianca!”.

La pecora nera non ne poteva proprio più! Quelle parole erano come pietre.

E così decise di uscire dal gregge e andarsene sui monti. Almeno là avrebbe potuto brucare l’erba in pace e dormire all’ombra dei pini.

Ma nemmeno in montagna trovò pace.

“Che vita è mai questa? Sempre sola, tutta sola!” si diceva quando il sole tramontava e la luna arrivava. Una sera, con gli occhi pieni di lacrime, vide lontano una grotta.

Decise: “Dormirò là dentro”.

Si mise a correre come se qualcuno l’attirasse.

“Chi sei?” domandò una voce mentre stava entrando.

«Sono una pecora nera che nessuno vuole: una pecora nera! Mi hanno buttata fuori dal gregge…!»

«La stessa cosa è capitata anche a noi! Anche per noi non c’era posto nell’albergo. Abbiamo dovuto riparare qui, io Giuseppe e mia moglie Maria. Proprio qui ci è nato un meraviglioso bambino. Eccolo!»

La pecora nera aveva la gioia che le usciva dalla lana. Prima di tutte le altre poteva vedere Gesù!

«Avrà freddo, lasciate che mi metta vicino per riscaldarlo!»

Maria e Giuseppe le dissero sì con un sorriso. La pecora si avvicinò stretta stretta al Bambino e lo accarezzò con la sua lana calda.

Gesù si svegliò. Aprì gli occhi e le bisbigliò: «Proprio per questo sono venuto: per le pecore smarrite!».

La pecora si mise a belare di felicità.

Dal cielo gli angeli risposero intonando il Gloria.

GLI AUGURI PER IL NATALE 2016

Natale ci liberi dallo spirito di fuga, dallo spirito rinunciatario che, a forza di insistere su questa ‘valle di lacrime’, ci fa dimenticare il compito di trasformare la terra in un soggiorno di felicità e di gaudio!

Natale abbatta la cultura dello scarto e faccia trionfare la cultura dell’inclusione. Natale è festa universale.

Natale aggiusti i cuori, moltiplichi i sorrisi, rottami tutte le parole che avvelenano i cuori e rigano le anime!

Rispondi al suo Natale con il tuo natale! È per nascere che siamo nati! Per maturare, giorno dopo giorno, fino all’ultima sera.