L’ARTE DI EDUCARE: 5. Salviamo il libro
Il libro è palpabile, odoroso, manipolabile. Crea un rapporto affettivo e unico.
Offre la possibilità di una lettura pacata, ‘filosofica’, paziente, soggettiva.
Tutto ciò che neanche il miglior computer può offrire.
(Pino Pellegrino, Bollettino Salesiano)
Non salvare il libro è un atto che potrebbe configurarsi come un vero e proprio reato: reato pedagogico! Abbiamo tutte le carte in regola per sostenere un’affermazione così grave.
I libri non sono noccioline, non sono popcorn! I libri sono una miniera di preziosi, di materiale esplosivo. Ecco perché dalla lettura di un libro nessuno esce mai indenne.
Esempio classico: il radicale cambio di rotta di sant’Ignazio di Loyola dopo la lettura della vita di Cristo e di alcuni santi. È la prova che il libro lavora in profondità.
Potenza e ricchezza del libro:
- Il libro è l’antiruggine del cervello, l’autogrill dell’anima.
- Il libro è una finestra sul mondo.
- Il libro allena a pensare.
- Il libro sfama l’anima.
- Il libro permette di dialogare con chi è assente.
- Il libro protegge dalla droga delle immagini.
- Il libro libera dalle manette mentali.
- Il libro insegna a sfogliare la vita.
- Il libro abitua ad abitare con se stessi.
- Il libro permette di viaggiare senza la seccatura del bagaglio.
- Il libro nuoce gravemente alla noia.
- Il libro può essere l’auto terapia fatta in poltrona.
- Il libro è il segreto perché il tempo libero non diventi tempo vuoto.
Che cosa si può volere di più per giustificare il salvataggio del libro e difenderci, in tal modo, dallo tsunami della comunicazione digitale?
Ecco: è qui ove volevamo arrivare! Volevamo arrivare a lanciare l’allarme contro l’eliminazione del libro dalle aule scolastiche. Il pericolo non è ipotetico, ma, ormai, una realtà.
Un Istituto tecnico, in provincia di Bergamo, alcuni anni fa ha acquistato 1500 iPad per studenti e docenti. Obiettivi. Risparmiare, mettere tutti in rete e utilizzare i nuovi mezzi per studiare, fare i compiti e seguire le lezioni.
La notizia ci è parsa interessante e intrigante. Fatto salvo il problema economico (l’indubbio risparmio), vien da domandarci se sia educativo far sparire il libro, la carta e la penna.
Il libro è palpabile, odoroso, manipolabile. Crea un rapporto affettivo e unico. Offre la possibilità di una lettura pacata, ‘filosofica’, paziente, soggettiva. Tutto ciò che anche il miglior computer non può offrire!
A proposito l’educatore Antonio Mazzi è molto chiaro: «Uno studio con un computer sul tavolo è il cimitero degli affetti. I libri fanno compagnia. Il computer è freddo, anonimo. Il libro è caldo, pieno di colori, titoli. È tuo e ti senti di possederlo. Una casa senza biblioteca è un albero senza frutta, secco, scheletrito!»
Per non morire idioti, per non morire anoressici ‘dentro’, non ci resta che leggere!
LEGGERE E GUARDARE LA TELEVISIONE
Tra il leggere e il guardare la televisione vi sono almeno quattro differenze.
- Mentre il vedere la televisione non richiede né impegno né sforzo per ricevere il messaggio, la lettura di un libro esige sempre un minimo di impegno ed un certo sforzo per decodificare le parole. In breve: la lettura allena la volontà.
- Una seconda differenza è questa: nella lettura il ritmo è individuale: ognuno può fermarsi quando decide, può tornare indietro per approfondire… La televisione, invece, impone il suo ritmo dall’esterno, senza che nessuno possa variarlo. La televisione dà per scontato che i fruitori siano tutti uguali, che abbiano tutti lo stesso quoziente volitivo e intellettivo. Per la televisione, gli uomini sono come le melanzane che maturano tutte la stessa settimana.
- Terza differenza: la lettura dà messaggi a goccia, la televisione, quasi sempre li dà a valanga in modo così rapido da non lasciare il tempo di assimilarli. In altre parole: la televisione fa teste ben piene, non teste ben fatte.
- Quarta differenza: la lettura stimola la fantasia, la televisione la sotterra.
- Un esempio: se leggiamo “Era una notte buia e tempestosa…”, ognuno immagina il temporale a modo suo, se lo vediamo in televisione, il pensiero viene bloccato su quella determinata presentazione: il temporale è così e basta! Addio immaginazione, addio fantasia! Per farla in breve: la lettura batte la televisione per quattro a zero.
IL BOOKCROSSING
C’è una nuova iniziativa che si diffonde con il solito uso della terminologia americana e con il felice motto: “Se ami il libro, lascialo libero”.
L’iniziativa è portata avanti da persone che dopo aver letto con gusto un libro, lo lasciano sul tavolo di un bar, in una cabina telefonica, sulla panchina dei giardini pubblici.
LE CHICCHE DEL MESE
- I libri saranno mattoni, ma sono mattoni che edificano.
- “Il tempo per amare, come il tempo per leggere dilatano il tempo per vivere” (Daniel Pennac, 1944, scrittore francese).
- Regalare un libro ad uno è trattarlo da intelligente.
- “Non ho mai avuto un dispiacere che non sia passato dopo un’ora di lettura” (Montesquieu, 1689-1755, politico francese).
- La strada più saggia che vi sia è quella che porta in libreria.
- “Anche Dio si è fatto libro” (Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose).
Dai genitori impari ad amare, a mettere un piede davanti all’altro, ma quando impari a leggere, ti accorgi d’avere le ali!