Il moderno mondo degli affetti

(Ermete Tessore, Rivista Maria Ausiliatrice 2017,1)

Prepariamoci alla festa di don Bosco riflettendo, interessandoci del mondo giovanile e soprattutto amando i giovani semplicemente perché sono giovani!!!

Le moderne generazioni adolescenziali corrono il serio pericolo di avere non solo lo sguardo abbassato, ma anche il cuore inabilitato ad amare veramente. Ultimamente anche il mondo degli adulti, troppo tardi e lentamente, si sta sensibilizzando a riguardo di questo reale rischio. L’attuale dilagante “liquidità” del mondo giovanile comincia ad essere percepita in tutta la sua gravità esistenziale. Sulle famiglie, sulla scuola e sulla società civile si è abbattuta l’onda d’urto incontenibile, e per questo inquietante, di un nuovo modo di essere, di vivere, di relazionarsi e, soprattutto, di amare. Sono proprio le nuove modalità di gestire i sentimenti più profondi quelli che maggiormente sorprendono e spiazzano. Gli amori adolescenziali nascono, prendono corpo, evaporano e si dissolvono nel mondo cloud.

Proprio in questi giorni SIMA (Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza) ed AMA (Associazione Laboratorio Adolescenza) hanno reso noto i risultati di un’indagine effettuata su un campione di 3000 ragazzi e ragazze frequentanti la terza media. Gli adolescenti confessano di essere connessi ad internet (97%); per il 40% il web è il luogo ideale per avere nuove amicizie; quasi tutti utilizzano quotidianamente 3 o 4 social network. Fra questi ultimi il primo posto è occupato da Whastapp (97,2%), seguito da Instagram (75,1%). Oggiva per la maggiore Snapchat, che in un anno è passato dal 12% al 37% delle preferenze.

Snapchat è molto pericoloso in quanto associa la possibilità di comunicare anonimamente, facendo scomparire il messaggio inviato dopo pochi secondi. Questo induce a mandare foto intime senza considerare il fatto che possono essere salvate e riutilizzate dal destinatario con conseguenze spiacevoli e, in alcuni casi, drammatiche.

I sentimenti digitali

Gli adolescenti confessano di cercare nuovi amici per il 96% nell’ambito scolastico, per il 72% nel mondo dello sport e per il 40% (nel 2012 era il 31%) in internet. Quando il sentimento assume i connotati dell’amore, che coinvolge anche la sessualità, si assiste ad un fuggifuggi preoccupante dalla realtà vissuta al virtuale immaginato. La semplice parola “sesso” genera pruriti ed inquietudine nel mondo degli adulti in quanto quasi tutti provano un profondo disagio ad affrontare l’argomento. Famiglia, scuola e Chiesa, spesso,

hanno lasciato i ragazzi soli nella loro ricerca di identità, di equilibrio e di maturità nella sfera genitale-sessuale. È triste constatare che l’educazione sessuale sia obbligatoria in tutti i paesi dell’UE tranne Bulgaria,

Romania, Cipro, Polonia ed Italia. Così i ragazzi hanno imparato ad arrangiarsi. Se si interroga un ragazzino a riguardo delle fonti sulle sue informazioni sul sesso certamente risponde: «internet». Quali sono i più comuni stereotipi trasmessi dalla rete? Inquietanti. Essi sono: ragazze con seni enormi; maschi con genitali immensi; orgasmi dimostrativi; rapporti sessuali obbligatori. Grande è la frustrazione generata da questi modelli accompagnata da ansia di prestazione devastante.

Ragazzini e ragazzine timidi ed impacciati nella vita reale si trasformano nel mondo on line abitato da Lovoo, Chatroulette, Omegle, Tinder… Un sedicenne cinicamente spiega. «In sostanza hai davanti a te solo dei genitali senza vedere le facce ». Secondo Emanuela Confalonieri, docente di psicologia dello sviluppo alla Cattolica di Milano, questa autoeducazione selvaggia ha portato ad un aumento non tanto delle gravidanze indesiderate, quanto del consumo della cosi detta pillola del giorno dopo e, soprattutto, ad un incremento delle malattie sessualmente trasmissibili.

Sarebbe opportuno leggere il libro del ricercatore del dipartimento di scienze biomediche alla Statale di Milano Alberto Pellai dal titolo Tutto troppo presto. L’educazione asessuale dei nostri figli nell’era di Internet edito da De Agostini. Dalla sua lettura si evince che la scoperta del materiale pornografico, per

il 70% degli adolescenti, avviene durante la frequenza delle scuole medie. In compenso il 60% dei genitori è convinto che il proprio figlio non guarderebbe mai del materiale pornografico.

È sconcertante constatare che il controllo genitoriale sulla prole avviene solo nel mondo reale, lasciandola completamente orfana quando si tratta del mondo on line. Un’inchiesta di Save the children, citata da Pellai, ci avverte che la pedofilia ha trovato un ottimo ambiente di coltura nel web.

Quali motivazioni?

Molto spesso, da parte dei ragazzi, l’amore vero viene percepito come un suicidio della propria libertà personale. Per molti di loro la libertà vera la si vive solo nella solitudine assicurata e fornita dalla tecnologia.

Ma questo isolamento non è abitato dal silenzio, dalla meditazione o dalla riflessione individuale. Si riempie, piuttosto, di chat, di app e di sms. Tutto è distaccato, asettico, pullulante solo di pulsioni e di immaginazione sfrenata: vuoto di calore umano e di coinvolgimento esistenziale.

I giovani si convincono che essere liberi nell’amare è solo utopia. La relazione di coppia, per sua intima natura, richiede la maturità di apportare limitazioni alla propria libertà individuale. Molti giovani oggi vivono nel deserto “monadico” della propria autoreferenzialità ricca solo di miraggi che trasudano utopiche felicità senza rinunciare a nulla. L’ineliminabile desiderio di sentirsi dire «Ti amo» viene soddisfatto attraverso un anonimo fidanzato o fidanzata virtuale facilmente rintracciabile in migliaia di cosi dette “romance chat” che assicurano caldissimi incontri tra “io ideali” e “tu virtuali” guidati e diretti solo dal gioco e dalla fantasia più disinibita. Sulle loro labbra si possono mettere le parole che uno vuole sentirsi dire; l’aspetto fisico corrisponde, fino nei più intimi dettagli, ai propri desideri; l’erotismo sprigionato è all’altezza delle più azzardate allucinazioni. Siamo in pieno delirio touchscreen. Tutto nasce, vive e muore sullo schermo di un smartphone. Forse è arrivato il momento di convincere gli adolescenti che la vera trasgressione consiste in una stretta di mano calorosa, in un abbraccio che emana solidarietà, in un prendere un caffè al bar, in uno scambiarsi un imbranatissimo bacio che non sarà esteticamente perfetto ma certamente trasuda tenerezza e voglia di vivere.