Giulia Mazzetti finalista al progetto nazionale di scrittura “La pagina che non c’era”.
La studentessa ha partecipato, insieme ai compagni, all’iniziativa nata a Napoli nel 2010.
Dal 9 all’11 marzo la Quarta Liceo Economico Sociale del “Don Bosco” era stata a Napoli, insieme alle professoresse Cristina Bezzon, coordinatrice del progetto, Michela Zanchin ed Elisa Travaglini. Il motivo? Partecipare alla settima edizione del concorso letterario nazionale “La pagina che non c’era”, organizzato dall’I.S.S. “Pitagora” di Pozzuoli. Gli studenti hanno incontrato importanti scrittori, come Niccolò Ammaniti e Bruno Arpaia, e hanno concorso all’iniziativa. Fino a quando, nei giorni scorsi, è arrivata la comunicazione ufficiale: una studentessa del “Don Bosco”, Giulia Mazzetti, è stata selezionata per le finali nazionali.
Lasciamo che sia Giulia Mazzetti stessa a raccontarci il tutto:
Si tratta di un concorso di scrittura mimetica e lettura creativa, tenuto dall’omonima associazione culturale, che si propone di insegnare a leggere e a scrivere in modo alternativo.
I ragazzi che partecipano al concorso leggono i romanzi di autori contemporanei proposti (quest’anno i titoli per la sezione scuola secondaria erano cinque: Niccolò Ammaniti, “Anna”, Silvio Perrella, “Doppio scatto”, Rosella Postorino, “Il corpo docile”, Ezio Sinigaglia, “Eclissi”, Bruno Arpaia, “Qualcosa là fuori”), scelgono il “preferito” e poi realizzano, appunto, una “pagina che non c’era”. Si tratta di aggiungere al romanzo una pagina che non superi le 4000 battute e che si mimetizzi con il testo dell’autore.
Al concorso è legato anche il festival letterario che si è tenuto dal 9 all’11 marzo e a cui noi come classe abbiamo partecipato incontrando Ammaniti e Arpaia.
Come classe, abbiamo lavorato su tre testi: “Anna”, “Il corpo docile” e “Qualcosa là fuori” (che fa parte della sezione scientifica). Prima di dedicarci alla stesura della pagina abbiamo analizzato il contenuto, le tematiche del romanzo e la modalità di scrittura dell’autore/autrice. Quindi, abbiamo fatto dei libri delle piattaforme di lancio verso i problemi del sociale e nuovi ambiti letterari (letteratura del contagio e cli-fi).
Dopo aver svolto questa attività di analisi abbiamo realizzato le nostre pagine personali.
Io le ho realizzate per “Anna” e “Il corpo docile”.
Per quel che mi riguarda per inserire il mio testo nel romanzo già mentre leggevo cercavo di prefigurarmi come sarebbe stata in questa o in quella parte una scena in più. Questo più che altro per “Anna”. Per “Il corpo docile”, invece, ammetto che è stato più complicato. Ho dovuto riguardare l’opera più volte e dormirci su. Poi mi è tornato in mente il particolare di Winnie the Pooh e, rileggendo le parti in cui è citato, mi sono resa conto che sarebbe stato un ottimo spunto per creare una sorta di digressione su Milena, la protagonista e sulla sua visione del carcere. Da lì poi ho semplicemente scritto.
Una volta che ho un’idea scrivere non mi è difficile. Semplicemente mi metto nei panni del personaggio oppure ricerco quelle emozioni che potrebbero essere le sue e le lascio fluire. È un po’ come uno sfogo. Quindi la pagina si è sviluppata rapidamente tra un ticchettio e l’altro della tastiera.
A Giulia gli auguri per la fase finale!