Francesco affida l’economia ai giovani

Ecco il testo integrale del videomessaggio che papa Francesco ha inviato ai giovani che hanno partecipato al secondo evento mondiale di “The Economy of Francesco”

Fonte: AVVENIRE, sabato 2 ottobre 2021

Pubblichiamo di seguito il testo integrale del videomessaggio che papa Francesco ha inviato ai giovani che hanno partecipato al secondo evento mondiale di “The Economy of Francesco”, che si è svolto ieri in diretta streaming dal Palazzo Monte Frumentario di Assisi. Di seguito le parole del Papa (che potere ascoltare nel video).

Cari giovani, vi saluto con affetto, lieto di incontrarvi – seppur virtualmente – in questo vostro secondo evento. In questi mesi mi sono arrivate molte notizie delle esperienze e delle iniziative che avete costruito insieme e vorrei ringraziarvi per l’entusiasmo con cui portate avanti questa missione di dare una nuova anima all’economia.

La pandemia del Covid-19 non solamente ci ha rivelato le profonde disuguaglianze che infettano le nostre società: le ha anche amplificate. Dall’apparizione di un virus proveniente dal mondo animale, le nostre comunità hanno sofferto il grande aumento della disoccupazione, della povertà, delle disuguaglianze, della fame e dell’esclusione dall’assistenza sanitaria necessaria. Non ci dimentichiamo che alcuni pochi hanno approfittato della pandemia per arricchirsi e chiudersi nella propria realtà. Tutte queste sofferenze ricadono in maniera sproporzionata sui nostri fratelli e sorelle più poveri.

In questi due anni, ormai, ci siamo confrontati con tutti i nostri fallimenti nella cura della casa e della famiglia comune. Spesso ci dimentichiamo dell’importanza della cooperazione umana e della solidarietà globale; spesso ci dimentichiamo anche dell’esistenza di una relazione di reciprocità responsabile tra noi e la natura. La Terra ci precede e ci è stata data, e questo è un elemento-chiave nella nostra relazione con i beni della Terra e quindi premessa fondamentale per i nostri sistemi economici. Noi siamo amministratori dei beni, non padroni. Nonostante questo, l’economia malata che uccide nasce dalla supposizione che siamo proprietari del Creato, capaci di sfruttarlo per i nostri interessi e la nostra crescita. La pandemia ci ha ricordato questo profondo legame di reciprocità; ci ricorda che siamo stati chiamati a custodire i beni che il Creato regala a tutti; ci ricorda il nostro dovere di lavorare e distribuire questi beni in modo che nessuno venga escluso. Finalmente ci ricorda anche che, immersi in un mare comune, dobbiamo accogliere l’esigenza di una nuova fraternità. Questo è un tempo favorevole per sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo.

La qualità dello sviluppo dei popoli e della Terra dipende… [continua a leggere]