Discontinuità strategica della progettazione didattica post Coronavirus

Fonte: TUTTOSCUOLA, 25 giugno 2020

Riprendiamo la pubblicazione su tuttoscuola.com del documento “Trasformazione digitale nella scuola” di Giovanni Campagnoli ed Emanuela Negri. Di seguito una nuova parte.

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L’approccio didattico del coinvolgimento attivo dello studente, richiede un focus ancora maggiore su ragazze/i, messi al centro dei processi di apprendimento. Qui i giovani sono responsabilizzati ed “adultizzati” e non resi dipendenti o comunque considerati soggetti “non più… e non ancora…” ed in perenne attesa di trasformarsi in qualcosa d’altro, né tanto meno soggetti da ospitare nell’attesa che “passi la nottata giovanile”, in modo che possano accedere ad una società sana, perfetta e formata da adulti maturi[1]. Neppure sono da considerarsi soggetti che non sanno mai abbastanza rispetto al docente onnisciente ed infallibile. È un approccio invece valorizzante, che ricerca il talento in ciascuna/o e che rende i ragazzi/e capaci di accettare sfide che percepiscono come motivanti ed alla loro portata, dove spesso c’è anche una “dimensione del fare” (magari anche un fare digitale viste le possibilità offerte), che si esprime anche nell’andare a bottega (come nel Rinascimento e che oggi ad esempio può essere un Fab Lab o l’idealtipo del “garage” di Steve Jobs). Su queste dimensioni si dovrà concentrare il focus e non – come detto – sugli strumenti (v. la scuola del tablet, senza libri, senza zaino, ecc.). Il “design del processo” è simile a quello rappresentato in Fig. 6, dove appaiono bene evidenziate le fasi recessive (A) e di ricrescita (C), dopo la discontinuità[4]strategica (B).

Fig. 6. La discontinuità strategica della progettazione didattica post Coronavirus

Le nuove tecnologie digitali permettono un grado maggiore di libertà, di cooperazione e condivisione, rendono facili e più smart approcci multidisciplinari, possono personalizzare molto più facilmente la didattica sulla base di interessi, curiosità, passioni di ragazze/i. L’apprendimento per scoperta ne viene facilitato ed il “naufragar m’è dolce in questo mare” indica la modalità di ricerca attraverso la rete, seguendo “tag” ed altri indicatori significativi, a significare che oggi il sapere non è più contenuto solo nel libro (e quindi dal docente), ma assume una forma molto più orizzontale e vasta. Ciò non significa “sposare” la didattica on line (la voglia ed il bisogno di relazionalità, aggregazione, socialità, relazioni tra pari ed anche con adulti è emersa in modo importante), ma sicuramente passare alla didattica digitale, che può essere anche in presenza. Sono i finalmente gli attori ed i processi di apprendimento da valorizzare, non – come detto – tecniche od approcci ideologici.

Oggi l’internet delle cose già ci indica che il focus è il processo legato alle informazioni e non il luogo in cui queste sono utilizzate. Significa che grazie al web anche da casa, appunto con la didattica a distanza, gli studenti hanno la possibilità non solo di condividere informazioni, dati, immagini, musica e video, ma anche per realizzare degli oggetti, pur stando a distanza.

Nel periodo della pandemia, il corso di Innovazione del Liceo Economico e Sociale don Bosco di Borgomanero…

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