Dalla felicità-diritto alla felicità-dovere
«I ragazzi si aspettano sempre gioia dalla vita; non sanno che è la vita ad aspettarsi gioia da loro»
(Alessandro D’Avenia)
Il 72% dei giovani italiani si dichiara felice
Nonostante la crisi, il lavoro che non si trova o malpagato, le tante incertezze legate al futuro e un’ampia sfiducia nelle istituzioni, la maggioranza dei giovani italiani non considera questo il tempo del proprio scontento. È quanto emerge dall’indagine Rapporto giovani, effettuata a partire da un panel di 5000 giovani di età compresa tra i 19 e i 31 anni e promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo nell’aprile 2015. Alla domanda “Quanto ti ritieni felice” a rispondere “per nulla” è infatti meno del 5%, contro un 13,3% che risponde “molto”. A rispondere “poco” sono il 23,6% degli intervistati, a fronte di 58,6% che rispondono “abbastanza”. Prevale quindi la moderata felicità. Se si mette infatti assieme chi ha risposto “molto” o “abbastanza” si arriva al 72%.
Una felicità condizionata
«I dati del Rapporto Giovani – dichiara il prof. Alessandro Rosina tra i curatori della ricerca – mostrano come la felicità sia rafforzata dal sentirsi attivi, dal fare, dal vedere il proprio tempo utilmente impiegato. E’ legata non tanto al reddito e al benessere economico, ma soprattutto alla produzione di senso e al riconoscimento sociale che si ottengono attraverso il proprio agire». Un’altra dimensione importante è quella delle relazioni familiari e amicali, che, dove presenti fanno la differenza nella capacità…
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