Curiosità

Quando pensiamo alle piante, in genere, abbiamo un’idea schematica della loro struttura: sottoterra stanno le radici, che assorbono acqua, il fusto cresce e si protende verso il cielo e le foglie hanno il compito di produrre il cibo della pianta grazie al processo della fotosintesi, alimentato dalla luce solare, tutto molto semplice e statico insomma.

Che questa visione sia fortemente limitante è però ormai noto da tempo! Si è scoperto infatti che le piante hanno molteplici capacità, come reagire agli stimoli luminosi, percepire la forza di gravità, e addirittura comunicare tra loro: la cosiddetta Wood Wide Web rappresenta proprio uno dei canali di comunicazione tra le piante e può idealmente collegare tra loro tutti gli individui vegetali di un intero bosco. 

Che cos’è la Wood Wide Web?

Quando camminiamo in una foresta ci appaiono gli alberi, ma in verità stiamo guardando solo la punta dell’iceberg. Sotto i nostri piedi si stende l’incredibile rete dei funghi (micorrize), anche 100 Km concentrati nello spazio di un passo, che unisce tra loro gli alberi e costituisce anche una incredibile infrastruttura tecnica di comunicazione e trasferimento delle risorse naturali tra le diverse piante.

Gli esperimenti di Suzanne hanno dimostrato la capacità dei grandi alberi, alberi HUB o alberi madre di mantenere un numero enorme di connessione tra esemplari anche di specie diverse e di partecipare ad una incredibile economia sotterranea di scambio simbiotico in cui i funghi, incapaci di fare fotosintesi ma velocissimi a colonizzare il terreno con il loro micelio hanno stretto in epoche remotissime un patto con le piante con cui si scambiano o barattano acqua, minerali e altre sostanze chimiche in cambio di zuccheri e carbonio ( frutto della fotosintesi), prestandosi anche a trasportare messaggi di allarme in caso di attacco di parassiti.

Funzioni della Wood Wide Web

Le micorrize svolgono molteplici funzioni, che hanno come effetto il sostanziale benessere dell’ecosistema boschivo. Attraverso la rete ife-radici avviene infatti la redistribuzione dei nutrienti tra le piante, nonché lo scambio di ormoni e di composti chimici, utili ai vegetali per comunicare ad esempio un attacco parassitario ai loro vicini.

Vi sono anche piante che sono completamente dipendenti dalla rete micorrizica, in quanto non in grado di svolgere la fotosintesi; queste piante si riconoscono facilmente perché sono prive di parti verdi. È il caso delle piante del genere Monotropa, definite anche piante fantasma per il loro colore chiaro, o della Sarcodes sanguinea, diffusa in Nord America e dal tipico colore rosso. Queste specie si definiscono piante micoeterotrofe e traggono il loro nutrimento esclusivamente dalle ife fungine sotterranee: secondo alcuni scienziati sarebbero in grado di hackerare il Wood Wide Web traendone benefici, come fanno i pirati informatici nei confronti di internet.

Tra i massimi esperti e pionieri degli studi sulle micorrize vi è la canadese Suzanne Simard: la scienziata è stata la prima a dimostrare il passaggio di zuccheri da un albero all’altro attraverso le reti fungine che connettono le radici. La Simard, in particolare, alla fine degli anni Novanta, espose alcune betulle ad anidride carbonica marcata radioattivamente; dopo due anni, scoprì che il carbonio radioattivo era passato agli abeti vicini. Da allora, successive ricerche hanno dimostrato il trasferimento anche di altri nutrienti (come azoto, fosforo e acqua), soprattutto da parte di piante anziane verso quelle più giovani, sia della propria specie che di altre.

Questo comportamento ricorda quasi le cure parentali messe in atto da molti animali.