Costruire la comunità educante

Formazione permanente, disponibilità a dubitare di se stessi, fiducia nelle energie positive dei giovani, ricerca di un comune linguaggio: per educare oggi occorre un luogo di incontro e di complementarietà tra le persone convocate a questa missne.

Chi è nato dopo l’epoca della contestazione, anni 60-70, non riesce a farsi un’idea della cultura precedente, che venne totalmente rivoluzionata e in circa 50 anni ha portato con ritmo vorticoso all’oggi che con grande difficoltà cerchiamo di afferrare perché corre velocissimo nella sua liquidità. Parlare del prima non è per dire che era-meglio-allora. Non c’è un’epoca o una cultura migliore dell’altra né dal punto di vista di stile di vita né dal punto di vista morale. Ogni epoca è se stessa. Conoscerne due aiuta a capire meglio quella nella quale si opera proprio perché si tenta di salvare tutto il buono della prima senza dover costruire sul nulla la seconda.

Prima e dopo

Quando uno si sveglia all’improvviso impiega del tempo prima di orientarsi e prendersi in pugno. L’evoluzione avvenuta nella società in questi ultimi 40-50 anni è stato qualcosa di simile: un risvegliarsi da un torpore secolare dove la stabilità, la ripetitività, l’unità, l’ereditarietà, la religiosità… erano elementi che nessuno mai avrebbe messo in discussione. Con l’arrivo della televisione, della contestazione, con l’evoluzione della figura femminile e la crisi del ruolo della paternità, con il crollo di una visione della sessualità con tutti i suoi tabù, con la frammentazione della famiglia e di conseguenza il suo allargamento e l’adolescenza prolungata, con la fatica di assumersi responsabilità…

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