Consigli di lettura… sotto l’ombrellone!
Con l’approssimarsi dell’estate e delle vacanze abbiamo tutti più tempo per leggere: la classe 2A vi suggerisce “MOMO” di Michael Ende. Buona lettura!
TRAMA
Un giorno in una grande città arriva una bambina orfana piuttosto singolare chiamata Momo. Viene accolta in un piccolo e vecchio anfiteatro nel quale trova dimora e intanto conosce nuovi amici, come Beppo e Gigi. Ma ben presto scopre un pericolo incombente sulla grande città: un gruppo di ladri, i Signori Grigi, che per sopravvivere rubano il tempo alle persone.
Così Momo si ritrova sola, abbandonata dagli amici più cari che non hanno più tempo per lei: Beppo infatti è continuamente impegnato nel lavoro, mentre Gigi, diventato ricco e famoso, trascorre tutto il suo tempo in trasmissioni televisive. Intanto Momo ha conosciuto una tartaruga magica chiamata Cassiopea che l’ha condotta da Mastro Hora, il guardiano del Tempo. Momo, Mastro Hora e Cassiopea insieme sconfiggono i nemici togliendo loro tutto il tempo rubato e restituendolo alla grande città.
Andrea Montinaro, 2A
MOMO
Momo, la protagonista del romanzo, è una bambina non molto alta, dai capelli neri e ispidi. Il suo nome se l’è dato da sola, dopo essere scappata dall’ asilo; veste con un giaccone da uomo e una sottana piena di toppe e buchi.
La caratteristica principale del suo carattere è il saper ascoltare, visto che di tempo ne ha in quantità; grazie a questa sua dote eccezionale riesce a mettere d’ accordo le persone o a tranquillizzarle.
Tiene molto ai suoi amici che l’ hanno aiutata molto a sistemare l’anfiteatro, il luogo in cui vive; infatti non vorrebbe perderli per nulla al mondo, poiché sono il suo unico tesoro.
Lorenza Tosi, 2A
BEPPO
Beppo è un amico della protagonista,che viene soprannominato Spazzino, nome derivante dal suo mestiere.
Beppo è abbastanza alto, ma gobbo, tanto da sembrare basso come Momo; la sua testa è sovrastata da un ciuffo di capelli ispidi e sul naso un paio di occhialetti. Ha un carattere calmo, tranquillo e se gli si chiede qualcosa , prima di rispondere, fa lunghe riflessioni, perché pensa che il mondo attuale sia rovinato da tutte le menzogne, volontarie o no, che vengono dette.
Molti credono che gli manchi qualche venerdì, poiché a volte, mentre parla, compie lunghe pause per decidere cosa dire.
Secondo lui, bisogna andare a un ritmo giusto e costante, che per lui è: passo, respiro, colpo di scopa.
Lorenza Tosi, 2A
GIGI CICERONE
Insieme a Beppo, Gigi è il migliore amico di Momo. E’ soprannominato “Gigi Cicerone” per il fatto che lui è molto bravo a raccontare storie e perché non sta mai zitto.
Gigi ha un carattere molto creativo, loquace e aperto e lo si capisce dal fatto che racconta sempre nuovi e fantasiosi racconti. Sogna di diventare ricco e famoso e girare il mondo per raccontare le sue storie, ma è costretto a vivere di espedienti. Non ha un lavoro fisso, ma ne fa molti allo stesso tempo: dalla guida turistica della cittadina al cantastorie, dal venditore di gadget e di mangime per animali all’accompagnatore di nozze e di funerali e molti altri
Però il suo sogno gli fa dimenticare il passato e inizia a cambiare carattere. Diventa molto bugiardo con sé e con gli altri e comincia a lavorare per i Signori Grigi.
Una volta diventato ricco e famoso, non si veste più con felpa e tuta, né indossa il solito cappellino dove raccoglieva le mance, ma sfoggia abiti costosi ed eleganti.
Riccardo Guffanti Fiori, 2A
I SIGNORI GRIGI
I Signori Grigi sono un gruppo di individui che riescono a vivere attraverso dei sigari contenenti tutto il tempo rubato agli uomini, senza il quale morirebbero. Per ottenerlo fanno di tutto per convincerli a consegnare loro il proprio tempo, con la scusa di conservarlo e tenerlo al sicuro. Così si moltiplicano e pian piano diventano una vera e propria minaccia per la città, piena ormai di persone affannate dalla fretta e dall’ansia di risparmiare tutto il tempo possibile.
I Signori Grigi vestono tutti di grigio e possiedono ciascuno una valigetta di cuoio sempre grigio in cui custodiscono la loro preziosa riserva di sigari. Viaggiano su limousine anch’esse grigie e in testa portano bombette dello stesso colore. Proprio da questo prendono il nome.
Riescono comunque a passare sempre inosservati, ma quando arrivano, tutti avvertono un gran freddo, che alla fine si scopre servire per congelare il tempo rubato agli uomini.
Sono individui senza personalità e sono privi di sentimenti, con una voce atona e cinerea. Quando muoiono svaniscono in volute di fumo che si dissolvono lentamente nell’aria.
Hanno inoltre un ruolo fondamentale nella storia perché sono gli antagonisti di Momo e dei suoi amici.
Sara Popa, 2A
COSA CI INSEGNA?
L’autore ci vuol far riflettere sull’importanza del tempo nella nostra vita. Ci dice infatti che c’è sempre qualcosa nella nostra giornata che, come i Signori Grigi, cerca di distrarci dalle cose importanti e di rubarci il tempo, convincendoci a risparmiarlo per dedicarlo ad attività apparentemente più accattivanti o utili, come TV, telefono, videogiochi…
Sempre assillati da impegni inderogabili ci dimentichiamo di chi ci sta attorno, rimanendo senza amici, com’è successo a Momo e trascuriamo le cose davvero importanti.
Sara Popa, 2A
L’autore vuole trasmettere un messaggio sul tempo e su come viverlo. La storia parla infatti di persone che passano la vita a risparmiare tempo, convinti di accumularlo per la propria felicità. Lo scrittore ci vuole insegnare che il tempo e la vita sono cose immateriali, che non si possono controllare o risparmiare: il tempo è come un fiore, nasce, cresce e quando muore, da questo se ne genera un altro. Infatti – se vi fermate a riflettere – il tempo è un regalo: non si può comprare o vendere.
Lo scrittore cerca di farci capire che la durata della nostra vita non dipende totalmente da noi, perciò ci dà il consiglio di farne buon uso e di non sprecarla cercando inutilmente di risparmiare il tempo.
Certo ci sono molti modi per “fare un buon uso” della propria vita, ma quello migliore è viverla insieme alle persone a cui vogliamo bene, senza farci indurre a “usare” il tempo per noi stessi invece che metterlo a disposizione degli altri. Non facendo questo non proveremo mai quella sensazione di Leggerezza, di vera Gioia che si sente quando si fa del bene per gli altri: la sensazione che si prova è stupenda ed è come ricevere una nuova “orafiore”.
Carola Paganelli Azza, 2A
Il messaggio che l’autore vuole trasmettere è riferito a noi uomini del XXI secolo che non possiamo perdere neanche un secondo per via degli impegni e siamo troppo abituati a fare le cose di fretta. Un esempio chiaro è quando nel romanzo si parla di una bambola meccanica con dei dialoghi preinstallati che secondo me è stata inserita nel libro per far capire che questi giocattoli, oltre che a limitare la fantasia dei bambini, sono creati anche per non far perdere tempo ai genitori a giocare con i propri figli. Un altro esempio molto simile è l’invenzione del “Dopo-Bimbi”, una specie di “deposito” dove i genitori possono lasciare i bambini e continuare a svolgere i loro impegni.
Quindi Ende vuole farci capire che spesso viviamo le nostre giornate in modo egoista pensando solo a noi stessi, e che dovremmo essere in realtà sempre a disposizione del prossimo, trovando così i veri valori della vita nel piccolo gesto del “dare” che, se inteso nel modo giusto, regala più emozioni di quando si riceve. Solo così il nostro tempo sarà vissuto in ogni attimo e non potrà mai essere rubato.
Sofia Crespi, 2A