«Christus vivit», il bello deve ancora accadere

Fonte: Avvenire, di Alessandra Smerilli mercoledì 3 aprile 2019

In un mondo che ama la giovinezza ma non i giovani e dimostra, attraverso le parole e le scelte, di dar loro poco credito, di lasciare loro poco spazio, quasi con la paura che rubino qualcosa agli adulti, papa Francesco arriva, ancora una volta, a spiazzare, a sparigliare le carte in tavola.

Era già stata profetica la scelta di un Sinodo sui giovani, coraggioso il loro coinvolgimento nelle fasi preparatorie e durante tutta l’assemblea sinodale. Ora ci sorprende ancora, indirizzando direttamente a loro l’Esortazione apostolica che raccoglie i lavori del Sinodo e traccia orizzonti nuovi. Si apre così, nello spirito della Evangelii gaudium un processo inarrestabile, perché porre i giovani al centro del discorso vuol dire aprirsi alla novità e alla freschezza, mettere le generazioni in dialogo, un dialogo che cambia sia chi parla sia chi ascolta.

Cristo vive, è accanto a ogni giovane per portare vita, forza e speranza. È questo l’incipit e il messaggio fondamentale rivolto ai giovani cristiani, ma anche a tutto il Popolo di Dio. Si parte dalla consapevolezza che, come leggiamo nel Documento finale del Sinodo, molti giovani non hanno nulla da chiedere alla Chiesa, oppure chiedono di essere lasciati in pace. Ma vuole far arrivare comunque a tutti una parola di speranza. Christus vivitnon raccoglie, dunque, un elenco di cose da fare, di passi da attuare dopo il Sinodo. È, piuttosto, un messaggio pieno di calore, di vicinanza e di speranza, che propone uno stile di presenza accanto ai giovani. Chiede a tutti di rinnovare lo sguardo che deve diventare capace di «valorizzare e alimentare i germi di bene seminati nel cuore dei giovani» (n. 67). Si colloca come naturale continuazione del percorso sinodale e rimanda in continuazione al Documento finale, sintesi di tutto ciò che nel Sinodo si è discusso.

I 9 capitoli di cui si compone l’Esortazione propongono un itinerario ben scandito che parte dai giovani…

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