Anche le prof hanno un marito
di Stefano
La prima difficoltà che ho dovuto affrontare per scrivere questo articolo, è stata quella di riuscire a trovare una penna o una matita, perché a casa di una “prof” ogni mezzo utile alla scrittura viene requisito, specie se di colore rosso; fateci caso, nella borsa della vostra insegnante è sempre presente un numero considerevole di penne di colore rosso (ma vi chiederà sempre quella nera per compilare il registro…) ovviamente indispensabili per la correzione di compiti e verifiche. In alcuni momenti dell’ anno scolastico pacchi di compiti in classe si accumulano impietosamente nelle nostre abitazioni, stipati in cartellette e borse, che vanno ad occupare ogni spazio libero di mobili, mensole e tavoli e che è assolutamente vietato spostare, pena l’ascolto integrale della lezione che sarà esposta il giorno seguente agli alunni. Ebbene si, a noi mariti tocca anche questo compito, ascoltare in anteprima inedite lezioni, rivisitate e modificate più e più volte sino all’infinito, alle quali bisogna stare più che attenti, poiché al termine dell’esposizione ci viene richiesto di sostituirci agli allievi, con tanto di interrogazione finale, fortunatamente senza valutazione.
Veniamo anche identificati durante le lezioni in classe, come esempi da non imitare o come protagonisti di aneddoti ridicoli o spassosi, e come potete ben immaginare a nostra insaputa. Mi capita spesso di varcare lo soglia dell’Istituto Don Bosco e di vedere gruppetti di ragazzi che si danno gomitate e che mi indicano: è lui, è lui, il marito della prof, quello che quella volta….. I primi tempi che frequentavo la Scuola pensavo fossero sorrisi di cortesia, ma poi, dopo le soffiate di alcuni allievi “pentiti” (o forse meglio definirli collaboratori di giustizia) ho scoperto l’amara verità: ero io l’oggetto del divertimento. Le mie indagini si svolgono durante gli eventi della Scuola, quali feste di fine anno, spettacoli e la mitica cena di Natale. A proposito di cena di Natale, ogni anno mia moglie promette al Professor Cerutti che scenderò in campo per la classica partita di calcetto contro i ragazzi; anche io prometto a me stesso che giocherò, purtroppo però la convocazione ufficiale scatta ogni volta implacabile mentre viene servito il secondo: tra pantalocino e cotechino la scelta cade sempre sull’insaccato e addio partita.
Vi confesso inoltre due miei desideri, entrare in possesso del fischietto di Don Mario e mettere in fila tutti i ragazzi in cortile e farmi offrire uno spritz da Don Giuliano!
Scherzi a parte, come marito di una prof. del Don Bosco, sono stato accolto in questi anni in una grande famiglia, composta da Insegnati, Sacerdoti, Laici, ex Allievi ma soprattutto dai ragazzi, dove si respira, si tocca con mano e con lo spirito ciò che S. Giovanni Bosco è stato capace di insegnare e trasmettere a chi ha avuto a che fare con lui e con le generazioni successive, anche a tanti anni di distanza.
Si è fatto tardi, vado a letto, domani colazione al bar, il tavolo da cucina è sommerso oltre che da pacchi di verifiche, anche da una miriade di tavole di arte….