Abitare i social network non è mai un gioco da ragazzi

Fonte: Avvenire, di Cristina Pasqualini mercoledì 1 agosto 2018

I Millennials, ovvero i ventenni-trentenni italiani, non sono pienamente nativi digitali, perché pur essendo social, non sono nati con la rete e i social network.

Sono stati iniziati al loro uso durante l’infanzia, prendendo in prestito la dotazione tecnologica domestica, ancora rudimentale, dei loro genitori, mostrando, tuttavia, sin da subito una spiccata disinvoltura, una modalità di approcciarsi più libera e meno preoccupata, dettata dalla curiosità per le possibilità nuove, ancora inesplorate, disponibili nelle loro mani. Con un click sulla tastiera era possibile connettersi con il mondo ed esplorarlo, da casa propria.

Quello della comunicazione digitale è uno degli ambiti in cui le differenze generazionali sono più evidenti. L’atteggiamento degli adulti nei confronti delle nuove tecnologie della comunicazione è sempre stato cauto, preoccupato e impacciato. Sono interstiziali, un po’ dentro e un po’ fuori, affaticati dal non riuscire a stare al passo con una tecnologia spietatamente incomprensibile, astrusa, dove prima devi provare a capire come funziona e poi applicarti a lungo, meglio se assistito dai giovani. Gli adulti – che in letteratura definiamo digital immigrants – possono scegliere di affrontare lo scoglio, cimentandosi nell’impresa con coraggio e impegno, riaggiornando la patente di guida, da analogica a digitale, oppure ripiegare e aggirare l’ostacolo, conservando la loro vecchia patente, con la quale continueranno ugualmente a guidare, tuttavia in un territorio fisico più circoscritto e limitato. Questa seconda opzione non è indolore, in quanto alimenta la frustrazione e priva della possibilità di essere con gli altri su scala più ampia, in tutti quei ‘nuovi-luoghi’, come direbbe l’antropologo Marc Augé, alcuni dei quali ibridi, a metà strada tra il reale e il virtuale, che si sono generati proprio grazie alla rete e ai social network. Il fatto di essere dentro/fuori ha implicazioni sul benessere personale e relazionale, oltre che economico delle persone.

Di qui, allora, da un lato, la preoccupazione di recuperare e includere gli adulti quanto più possibile, ma…

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