A quale età i Social?
Dal 2015 la Comunità Europea discute sull’innalzamento dell’età minima, da 13 a 16 anni, per accedere ai Social, ma la pressione del mercato che trova nei teenagers il “parco” ideale, evidentemente frena. Giusto per non prendere una posizione viziata dal ruolo che occupo, direi che per accedere ai Social sarebbe necessario sottoporre a un esame i genitori di figli minori e a un esame di buon senso e netiquette (buona educazione in rete) per tutti.
Fonte genitoricrescono, di Silvia, 28 gennaio 2015
Il profilo sui social a meno di 13 anni
Aprire un profilo su un social network a meno di 13 anni, inserendo nei dati un’età maggiore, è una violazione di qualche norma?
In classe di Andrea, prima media, 11 anni circa, più di qualcuno ha un profilo su Facebook.
Di solito quel profilo è stato aperto con l’aiuto dei genitori o dai genitori stessi, perché tanto, “Che vuoi che sia? E poi ho l’amicizia“.
Più di qualcuno non vuol dire tutti: molti sanno che non possono averlo e, francamente, non sanno bene cosa farsene.
Il fatto che il profilo Facebook sia un’esigenza indotta e non propria di un 10/12enne la si comprende dal fatto che si tratti proprio di un profilo su Facebook. Quando avranno raggiunto l’”età della social-ragione” se ne infischieranno allegramente di Facebook per altre piattaforme più congeniali.
Me lo confermava qualche giorno fa un sedicenne, uno con una vita sociale ricca e variegata, che suona , fa sport, studia con profitto e così, a occhio, deve avere anche un discreto successo sentimentale: cercava di ricordare dove fosse un certo giorno e sfogliava all’indietro metri di conversazioni su whatsapp. Gli ho ingenuamente suggerito di guardare se gli veniva in mente dal profilo Facebook e mi ha guardata con un’aria di sconsolata compassione: “il profilo Fb lo uso giusto per mettere qualche foto con i miei o con mia sorella“.
Quindi ci sono ragazzini di 10/12 anni con un profilo Facebook che appena varcata la soglia dei 13/14 non degneranno più di uno sguardo. Bene. Cosa lo hanno aperto a fare, in violazione delle norme di utilizzo?
Perché, ricordiamocelo, la gran parte dei gestori di piattaforme di social network non accettano la creazione di profili ai minori di 13 anni.
C’è una legge in proposito? No, non c’è.
Allora perchè? E soprattutto perché dovremmo rispettare quel divieto?
I 13 anni sono un’età ritenuta adeguata a massimizzare il numero di iscritti senza rischiare troppi guai facendo accedere bambini troppo piccoli. Dal punto di vista del gestore, quindi, è una regola contrattuale che ha inserito nelle condizioni d’uso perché lo ha ritenuto conveniente.
Tutti noi, quando apriamo un profilo e creiamo un account, accettiamo delle condizioni d’uso decise dal proprietario del sito. Lui propone e noi possiamo accettare in toto, oppure non iscriverci.
Una di queste regole che accettiamo, è il limite di età. Nel momento in cui selezioniamo un’età diversa per aprire un profilo (che altrimenti non può essere aperto), contravveniamo a quelle regole che poi accetteremo: insomma, stiamo “fregando” la nostra controparte, cioè il gestore.
Si vabbè, ma che vuoi che sia? Cosa gliene importa al gestore?
Certo, spesso è verissimo: al gestore non conviene controllare con troppa attenzione. Massimizza i suoi iscritti e, se l’infratredicenne combina qualche guaio o si trova in situazioni spiacevoli, nessuno può imputargli responsabilità.
Ciò non toglie che, chi sta violando le norme contrattuali, è colui che apre il profilo.
E non conta nulla che aprire un profilo sia gratis o sia una cosa tanto semplice che si fa con due click: ad un certo punto della procedura, noi accettiamo le condizioni e sottoscriviamo un accordo, un contratto, al quale dovremmo attenerci.
Cosa può fare il gestore contro i trasgressori? Chiudere il profilo, azione che corrisponde a rescindere il contratto. Né più, né meno che in qualsiasi contratto online e offline, secondo le norme comuni: se una delle due parti non rispetta i termini contrattuali, l’altra può recedere.
Quindi, aprendo un profilo dichiarando un’età maggiore, non si violano leggi in modo diretto, si violano le norme di buona fede contrattuale che possono portare anche a obblighi risarcitori.
Ricordate poi che, in Italia, chi ha meno di 14 anni non è imputabile (clicca): se un ragazzino con meno di 14 anni commette un reato, non sarà sottoposto a processo, ma la famiglia verrà subito sottoposta ad attenzioni dalla Procura minorile e dai Servizi sociali e si valuterà se i genitori hanno responsabilità del reato commesso dal minore per mancata sorveglianza.
Pensate all’uso sconsiderato dei social network che fanno anche gli adulti e provate a immaginare un ragazzino di 10, 11 o 12 anni che, completamente incosciente del mezzo (come molti adulti, lo ripeto), inizia a ingiuriare o peggio sulla timeline di qualcuno.
I genitori di quel bambino avranno ancora voglia di dire “Che vuoi che sia?“.
Ovvio che la possibilità di incorrere in responsabilità per mancata sorveglianza di figli minori, va oltre i 14 anni e fino ai 18, ma con un infratredicenne che ha aperto un profilo social in violazione delle norme di utilizzo… bè, c’è poco da discutere!
Ricapitoliamo in 4 spunti di riflessione
- Avere un account su social network o servizi online equivale a stipulare un contratto: dare false informazioni, rende il contratto annullabile e può dare origine a responsabilità risarcitoria. Chi ve lo fa fare?
- Il limite di età di 13 anni non è stabilito da alcuna legge, ma se lo stabilisce il gestore e voi accettate le norme di utilizzo. In questo modo diventa norma nell’ambito dell’uso di quel servizio. Si, state violando un contratto: lo fareste offline?
- Accettare che i vostri figli con meno di 13 anni abbiano profili social significa far passare il messaggio che le regole su internet valgono sì, forse, ma solo un po’, “che vuoi che sia?”, e questo può essere esteso a ogni norma, legge o regola, anche dettata da voi. Accettate il rischio?
- I bambini insistono? Vogliono provare? Fate provare con il vostro account e insieme. Penso soprattutto a social come Instagram, che tra l’altro è uno dei preferiti dei ragazzi: se vuoi elaborare e postare una foto, facciamolo sul mio cellulare e poi magari la “firmi” con un hashtag apposito. Non è più istruttivo e ugualmente divertente?
Specchietto riepilogativo dei limiti di età
13 anni per: Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, Tumblr, Kik, Whatsappe e Snapchat;
17 anni per: Vine, Tinder e Yik Yak;
18 anni per: YouTube, ma 13enni possono farlo con il consenso dei genitori