La Cattiva Scuola
La Cattiva Scuola
Lettera di due professoresse
Stefania Auci, Francesca Maccani
La Cattiva Scuola
Lettera di due professoresse
Stefania Auci, Francesca Maccani
Pino Pellegrino (Bellettino Salesiano)
Dopo 1.Seminare 2.Tifare 3.Aspettare 4.Amare siamo alla quinta mossa fondamentale nell’arte dell’educazione: la mossa del parlare.
È vero che l’esempio è tuono, mentre la parola è suono, però senza il suono della parola, neppure l’esempio avrebbe la potenza del tuono, perché non sarebbe capito!
LA PAROLA È FONDAMENTALE PER TRE MOTIVI
PRIMO: perché è grazie ad essa che aiutiamo il bambino a costruirsi la prima immagine di sé. Continua a leggere
Paola BellettiPaola Belletti
n aut aut, in alcune scuole già praticato, consigliato da Paolo Crepet come intervento necessario per prevenire anche il cyberbullismo.
No. Non è un articolo sul “dove andremo a finire”. Non è l’ennesimo arrangiamento del tema “non ci sono più i giovani di una volta”.
È un racconto, breve. La morale non ci sarà perché non è una favola. Non sarà nel testo ma occorrerà torni a risvegliarsi in tante teste. Dei giovani? Sì, certo. Anche. Ma soprattutto nelle nostre. Di quelli che magari parlano ancora di sé come di ragazzi anche se abbiamo già 35, 40 anni. Degli adulti, degli educatori. Non per competenza, ma per stato.
Siamo adulti, educhiamo. Stiamo educando, anche con il nostro non far nulla in proposito o restando in quella interminabile fase incoativa. Adolesco, adolescere. Stare per diventare adulti. Ecco, ora basta. Ora abbiamo bisogno di participi passati, di cose compiute e di metterci a fare i grandi.
E per esempio di dire al figlio -lui sì a pieno diritto adolescente– che se va in gita lo smartphone lo lascia a casa. “Ma mamma tutti gli altri ce l’hanno!”
“Non importa, tu no. Loro vedranno lo schermo e tu piazza S. Marco in diretta, dai tuoi occhi. Non da Facebook”.
Ecco, ho impostato, pur avendo dichiarato il contrario, la modalità “sermoncino digitale”.
Volevo invece farvi conoscere innanzitutto la proposta dello psichiatra, sociologo e scrittore Paolo Crepet nella quale mi sono imbattuta qualche tempo fa: divieto di portare i cellulari in gita, meglio ancora vietarli a scuola. Del tutto.
“Ci sono istituti che già lo fanno”, riferisce. E la cosa funziona. Una maggiore severità disciplinare, soprattutto su questo tema, sarà già nel medio periodo premiata dalla scelta dei genitori, ipotizza con ragionevole approssimazione.
Racconta di una scena vista coi suoi occhi, a Venezia: una lunga comitiva di ragazzi in gita, su e giù per ponti, campi e calli, con la testa reclinata sullo schermo e il passo incerto e un po’ ebete di chi non guarda dove va. E il professore che urlava “Buca!”, “Gradino!”, …
No, davvero. Tutti i distinguo che tentiamo di fare noi genitori, per noi stessi e i nostri figli, dovrebbero saltare di fronte a queste scene. Spesso nemmeno noi adulti sappiamo regolarci e temperare l’uso dello smartphone. Una sbirciata a Facebook, un retweet qua, un commento là. E fammi vedere quel post così ironico se sta crescendo coi like! Devo imparare a usare Instagram meglio perché è il social del momento, mi hanno detto…
E le chat. Le sottochat. Le controchat. I video. Quelli segreti e quelli subito virali. E il mondo intorno, quello materiale, con gli spigoli, le buche per le strade, con le facce vere, (quelle che vedendole da vicino forse non avresti il coraggio di apostrofare con quel commento acido) così si allontana.
Il mondo, la realtà così spesso scomoda e poco accomodante, si riducono quasi ad un porta smartphone. Un supporto, sfondo per i nostri selfies.
«Parliamoci chiaro: non agire sull’uso dei cellulari a scuola significa rifiutare di prevenire le conseguenze più spiacevoli. Lasciare che i più giovani utilizzino il cellulare sempre, quando vogliono e come vogliono, significa che poi ci si riduce a fare i “pompieri”, a intervenire sempre cioè sull’emergenza.” Questo il commento di Paolo Crepet (su Oggi scuola) che in molte occasioni insiste sulla necessità delle regole, di divieti precisi, di un esercizio sano e “sanificante” dell’autorità.
Se si va in gita, allora, niente smartphone. Di furbi bastate voi, ragazzi.
Questo –e molto altro– dovremmo dire ai nostri figli, agli alunni. Ma intanto si può cominciare così.
Fuori e dentro di voi c’è un mondo. La cosiddetta realtà aumentata è una bugia; perchè prima è stata ridotta (dice Fabrice Hadjadj). È l’uomo, come nessun’altra creatura, che è una realtà enorme, incommensurabile. «Anima est quodammodo omnia» (Summa Theologiae).
La virtualità, se lasciamo che occupi del tutto la nostra vita, le nostre occupazioni, se diventa il teatro principale delle nostre azioni non aumenta la realtà, ma storna noi da noi stessi e dall’altro (con conseguenze spesso tragiche, perchè l’altro non è un profilo social e prova emozioni e dolore).
E pure dalle cose belle, fuori di noi. Che ci parlerebbero davvero, di noi uomini. Perché una cattedrale, una piazza, un affresco, anche una struttura modernissima, o un telescopio, un film, un giardino, un libro, quelle sì dicono qualcosa alla mia natura umana.
Per scoprirci dobbiamo incontrare altro da noi e non sempre il nostro io nei suoi aspetti più volatili e marginali (come il comportamento d’acquisto, i gusti in fatto di moda, le scelte di mete turistiche, la musica) riscodellatoci di continuo su tutti gli strumenti dotati di monitor nei quali ci “logghiamo”.
“Serve una reazione culturale, non possiamo ridurci così solo perché qualcuno della Silicon Valley ha deciso che questo è il futuro”, conclude Crepet.
Mi pare che gli si possa dare ragione. E sì, anche lo smartphone può essere considerato ammirabile come prodotto dell’ingegno umano; non prima però di aver recuperato la nostra capacità di meraviglia e avere rafforzato l’abilità di fare schermo noi, con la nostra intelligenza, il nostro senso critico, all’invasione digitale.
(State leggendo da mobile? «Buca!»)
Non che alla fine non ci si possa rammaricare di qualcosa – “Accidenti! Potevo usare una password più complessa! – ma sottovalutare bellamente il problema della sicurezza informatica è oggi un comportamento irresponsabile.
Senza disturbare Kundera per intraprendere una analisi interiore di situazioni, sentimenti e Continua a leggere
Rosetta Calì
Paoline Editoriale Libri, 2012, 160 p.
Con questo testo l’autrice vuole condividere alcune convinzioni confrontate e rafforzate nei numerosi incontri di riflessione con genitori ed educatori a vari livelli. Sono idee approfondite e Continua a leggere
Pino Pellegrino (Bollettino Salesiano)
In questi lunedì stiamo ragionando sulle mosse fondamentali della magnifica impresa che è l’educazione dei figli. Ormai siamo arrivati alla quarta mossa. ‘Seminare’ è la mossa di partenza; ‘tifare’ è la mossa che incoraggia a crescere; ‘aspettare’ è la disposizione all’attesa dei frutti, per non scardinare tutto in partenza; ‘amare’ è il plinto che regge tutto l’impianto educativo.
Dunque, amare il figlio!
Sembra la cosa più naturale del mondo, invece non lo è! Quanti errori si commettono credendo di far del bene! Continua a leggere
Centinaia di persone martedì scorso hanno preso parte alla serata di degustazione enogastronomica.
Il VillaggioVino è organizzato dall’associazione culturale APCentro per valorizzare i migliori vini e prodotti gastronomici del territorio e non solo. Più di cento produttori di vino, salumi, formaggi e riso provenienti da tutto il Piemonte si riuniscono per offrire ai visitatori la possibilità di degustare studiati abbinamenti di cibi e vini e di conoscere direttamente dei produttori la filosofia che ispira le loro scelte. Continua a leggere
Fonte DDAY, di Andrea Zuffi – 17 ottobre 2017
I pianeti e lune principali del nostro Sistema Solare da oggi sono un po’ più vicine e si possono esplorare con grande facilità grazie a un’incredibile aggiornamento di Google Maps
Perché limitarsi alle mappe di Terra, Luna e Marte quando nell’ultimo decennio le sonde della Nasa e dell’Agenzia Spaziale Europea dedicate all’esplorazione dello spazio ci hanno regalato milioni di immagini ad alta risoluzione di pianeti e di molte delle lune presenti nel nostro Sistema Solare? Continua a leggere
Tra le altre novità rilasciate durante l’estate in Fogli Google o Classroom ora anche Calendar sarà oggetto di restyling.
Calendar, non proprio una passione, forse, sicuramente uno strumento utile che negli ultimi anni ha colonizzato le prospettive di gestione del planning settimanale di classe o personale di tutti noi qui al don Bosco.
Si presenterà con una grafica e un Layout migliorati, icone più grandi e una sezione “eventi” più pulita dal punto di vista grafico. Continua a leggere
Avvenire, Diego Andreatta, domenica 15 ottobre 2017
Gli adolescenti sottovalutano il rischio.
Il primo bicchiere in terza media.
Il ruolo moderatore della famiglia
In terza media tre quarti degli adolescenti hanno già «provato» almeno una bevanda alcolica, ma il 52% non ne beve mai e il 39% solo occasionalmente. Si sapeva già che il «battesimo» dell’alcol in Italia fosse precoce (meno peraltro Continua a leggere
Collegio don Bosco Borgomanero
Viale Dante, 19
28021 BORGOMANERO [NO]
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Tel [+39] 0322 847211
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Scuola Secondaria di I° grado
CM: NO1M001009
Liceo classico
CM: NOPC05500E
Liceo delle scienze umane
CM: NOPC05500E
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