100 citazioni TOP udite al Sinodo sui giovani
Fonte: America, di Jonathan Lewis Giovane uditore al Sinodo, novembre 2018
Per un mese mi sono seduto appollaiato su in alto nelle poltrone rosso-sangue (-da-naso!) dell’aula sinodale riservata agli uditori, o partecipanti laici, del Sinodo su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.
Esse davano proprio su Papa Francesco e sulle centinaia di vescovi, sacerdoti e laici che hanno partecipato al Sinodo. Ogni giorno ci siamo seduti per ore ad ascoltare interventi di quattro minuti, uno per ogni persona nella sala.
Mentre l’équipe di lavoro del Sinodo ha incorporato molte di queste idee nel documento finale, io ho voluto condividere alcune frasi udite che ho scarabocchiato sul mio taccuino. Tali “citazioni” sono qui ora condivise in forma anonima, poiché ci è stato chiesto di rispettare la privacy del Sinodo, che Papa Francesco ha descritto come “lo spazio protetto dove agisce lo Spirito Santo”.
Ascolto e discernimento
1. Siamo qui per dimostrare che i giovani fanno bene a impegnarsi nella chiesa, e che la chiesa “vale la pena”.
2. Abbiamo bisogno di sforzi pratici, non di documenti inutili.
3. Se non sono d’accordo con qualcuno, devo ascoltare più attentamente.
4. Il discernimento non è uno slogan o una tecnica per l’amministrazione, è un atteggiamento e un atto di fede.
5. La Chiesa dev’essere per prima un modello di discernimento prima che i giovani possano fare discernimento nelle proprie vite.
6. Dobbiamo passare da una cura pastorale per i giovani ad una cura pastorale con i giovani.
7. Maggiore partecipazione sinodale nella Chiesa non significa democratizzazione della Chiesa.
8. L’ascolto non mette in pericolo la dottrina; la avvicina e la rende più comprensibile.
9. Abbiamo bisogno di una rivoluzione di tenerezza che educa il cuore.
I vescovi e la Chiesa
10. Abbiamo paura di vedere le nostre stesse ferite.
11. Le nostre istituzioni hanno bisogno della voce profetica dei giovani.
12. Abbiamo bisogno di conversione istituzionale, perché la maggior parte delle parrocchie non sono adatte ai giovani.
13. I giovani si sono stancati della burocrazia nella chiesa e sono andati altrove, dove hanno accesso.
14. I leaders della Chiesa sono chiamati a tuffarsi nel mondo digitale; la via per raggiungere i loro cuori è attraverso il loro cellulare.
15. C’è bisogno che i vescovi passino del tempo con i giovani. I preti seguiranno gli esempi che i loro vescovi hanno danno.
16. Il nostro denaro viene speso per i nostri edifici o per la nostra gente?
17. La chiesa è una madre, e sarà aiutata includendo più madri e madri spirituali nel suo lavoro.
18. Per aiutare i giovani in un viaggio dobbiamo fare un viaggio noi stessi: essere semplici, poveri, liberi dal potere e dalla ricchezza, trasparenti e aperti.
19. Dobbiamo rifiutare ogni ipocrisia nella nostra chiesa per attirare la gente mediante l’autenticità e il fascino.
20. Non possiamo nascondere la dotrrina per attirare i giovani nella Chiesa, ma proporre l’ideale cristiano con coraggio e coerenza.
21. Ci comportiamo come un ospedale da campo o un’avara compagnia di assicurazioni?
22. Maria è il nostro modello per ascoltare, porre domande e superare il clericalismo.
23. Dobbiamo limitare i pesi amministrativi che gravano sui sacerdoti, affinché possano concentrarsi sullo stare con la gente.
24. Per raggiungere i giovani è necessaria la conversione dei cuori dei pastori.
I giovani
25. I giovani vogliono incontrare un Dio che non promette una vita sterile.
26. Cari giovani: ci dispiace per come vi abbiamo deluso e per quando vi abbiamo proposto poco e non vi abbiamo chiamati alla santità. Ma non rinunciare mai a Cristo a causa dei nostri fallimenti.
27. I giovani chiedono una presentazione intelligente e culturalmente attenta della fede.
28. I giovani vogliono che gli si parli nella loro lingua.
29. I giovani non sono qui per la chiesa; essi sono la chiesa, la parte più bella e dinamica della chiesa.
30. I giovani che crescono oggi sono come fiori che sbocciano in un campo minato.
31. Non possiamo sottrarre le decisioni ai giovani, ma onorare la loro libertà e la fiducia in loro.
32. Abbiamo bisogno di un’opzione preferenziale per i poveri e i giovani.
33. I giovani non si accontentano delle mezze misure, ma sono alla ricerca di gesti forti.
34. Non possiamo cercare di addomesticare i giovani; la passione è la qualità speciale dei giovani.
35. I giovani sono i primi a subire le conseguenze del cambiamento sociale e della secolarizzazione.
36. I giovani cercano esperienze di misticismo nella vita ordinaria, ma hanno difficoltà a trovarle nella chiesa.
37. I giovani sono attratti dall’eccellenza in diversi ambiti della vita e la Chiesa dovrebbe essere un modello di eccellenza.
38. Come possiamo aiutare i giovani a sperimentare la gioia di far parte di questa famiglia?
39. I giovani cercano una Chiesa Madre, non una struttura fredda che lotta per la vita istituzionale.
Famiglia e comunità intergenerazionale
40. Una crisi di paternità ha portato ad una crisi di fede.
41. La Chiesa deve sostenere meglio le giovani coppie nel trasmettere la fede ai loro figli.
42. Non tutto è individuale; la crescita e il cambiamento avvengono in una comunità.
43. Troppo spesso i genitori non sono disponibili o attrezzati per formare i loro figli.
44. Abbiamo bisogno di un’alleanza tra generazioni.
45. 45. I giovani devono eliminare l’intenzione di non ascoltare o la convinzione che tutte le cose inizino da zero.
46. “Se non ci sono anziani in casa tua, prendine uno” (proverbio egiziano).
47. La chiesa £giovane£ non si oppone alla chiesa “più anziana”, ma è lievito al suo interno.
48. Troppi anziani hanno abdicato alla loro responsabilità di trasmettere la fede.
49. I cattolici anziani devono ricordare che erano i giovani di ieri.
50. Abbiamo bisogno di piattaforme che permettano ai giovani e agli anziani di incontrarsi e dialogare.
Accompagnamento
51. L’accompagnamento comprende sia il comfort che la sfida.
52. Non si può delegare il ruolo di accompagnamento ai preti più giovani o ai preti più “popolari”.
53. Le guide spirituali non devono modellare i giovani a loro propria immagine, ma a immagine di Gesù.
54. La nostra priorità pastorale dovrebbe essere la formazione di persone che si occupino dell’accompagnamento dei giovani.
55. Quando i giovani non trovano delle guide, fuggono in altre parrocchie o da chi usa i loro doni.
56. Dio ci prende come siamo, ma non ci lascia lì.
57. I giovani lasciano la chiesa quando non trovano un senso e una guida.
58. La nostra migliore capacità pastorale è la nostra disponibilità.
59. Abbiamo bisogno di un cambiamento di paradigma dalla produzione di massa all’accompagnamento personale, uno alla volta.
60. Abbiamo scritto catechismi, ma non siamo riusciti a formare catechisti che offrano un attraente annuncio del Vangelo.
61. La nostra sfida è il fatto che gli adulti non hanno abbastanza tempo per i giovani. Non ci sono abbastanza “compagni” ben preparati.
Gesù e lo Spirito Santo
62. Dobbiamo aumentare le opportunità per i giovani di contemplare il volto di Cristo nella loro vita.
63. Cristo ha insegnato come un vero amico con un’autorità che li ha attratti.
64. Abbiamo “ristagnato” lo Spirito Santo con il “mantenimento” religioso? Abbiamo bisogno di un nuovo fuoco evangelico.
65. I giovani vogliono vedere il volto di Cristo oggi; dobbiamo mostrare loro Gesù.
66. Troppo spesso i nostri cuori sono troppo piccoli. Dobbiamo permettere a Cristo di allargare il nostro cuore.
67. I giovani non hanno paura. Aspettano di essere chiamati a seguire Gesù Cristo fino alla croce.
68. Dobbiamo predicare il kerigma; loro devono conoscere Gesù abbastanza bene da fargli delle domanda.
69. Cristo ci chiede di essere interlocutori significativi con i giovani.
70. Il discernimento senza lo Spirito Santo è solo una tecnica psicologica.
71. Perché i giovani non sono innamorati del Cristo che proponiamo loro?
72. Cristo non ha pensato all’autoconservazione, e nemmeno noi dovremmo.
Santità
73. Gli adulti non hanno mostrato ai giovani la via della santità. Chiamare i giovani ad essere santi significa che dobbiamo essere noi stessi santi.
74. Dovremmo bere regolarmente dalla Parola di Dio.
75. I giovani vogliono coerenza tra ortodossia e ortoprassi.
76. L’umiltà è la pietra su cui cresce la vocazione.
77. La castità e la sessualità sono un dono, non un ostacolo alla felicità.
La leadership dei giovani adulti
78. La vocazione è un servizio, non un privilegio o un potere.
79. I giovani hanno bisogno di formazione per essere protagonisti in un nuovo Areopago.
80. I giovani vogliono una chiesa che li aiuti a costruire una società migliore.
81. I giovani sono i migliori evangelizzatori dei giovani.
82. I giovani non sono membri secondari della chiesa o solo dei “recipienti”: sono protagonisti.
83. Dobbiamo aiutare i giovani a personalizzare il loro progetto di vita cristiana.
84. Abbiamo bisogno di gruppi di animazione giovanile a livello nazionale, diocesano e parrocchiale.
Una chiesa che esce
85. Il nostro compito è quello di riscoprire una chiesa che esce, non di rifare una chiesa solo perché i giovani ci entrino.
86. Abbiamo bisogno di una chiesa che sia preparata al “disagio” dell’uscire.
87. Abbiamo bisogno di un’ospitalità evangelica per i migranti.
88. Una “chiesa che esce” inizia con noi stessi come “vescovi che escono”.
89. Quando i giovani vedranno uscire i capi della chiesa, saranno incoraggiati e si uniranno a noi.
90. La Chiesa non può riprodurre le disuguaglianze della società.
91. La Chiesa è chiamata ad essere profetica in un mondo di globalizzazione.
92. Cristo trascorreva del tempo con le persone che i capi religiosi ritenevano esclusi dalla salvezza.
93. Una nave nel porto è sicura ma non va da nessuna parte.
94. Questo spirito sinodale di camminare insieme, fianco a fianco, dovrebbe continuare dopo questi 30 giorni.
95. Il Sinodo non è un parlamento; è uno spazio protetto dove agisce lo Spirito Santo.
96. Dobbiamo liberare il potere della bellezza che cattura il cuore.
La vocazione
97. Le esperienze missionarie sono un apprendistato nell’azione e nel discernimento, un laboratorio di mistica e cura pastorale.
98. I giovani non possono essere considerati un terreno di caccia per le vocazioni.
99. Il discernimento vocazionale è un processo che inizia nella famiglia e si sviluppa in altre comunità.
100. Ogni vocazione ha una componente ascetica: scegliere qualcosa è sempre dire no a qualcos’altro.